BOYSETSFIRE

Sono una delle migliori realtà dell’hc mondiale, uniscono musica e impegno sociale e fanno delle performance live il loro punto di forza: loro sono i Boysetsfire e sentiamo cosa hanno da dire ai microfoni di Punkadeka.it…

Per iniziare spiegami chi sono in realtà i Boysestfire e quale è la vostra essenza e forza come gruppo e come uomini.

Nathan: I Boysetsfire sono un gruppo di persone che usano la propria musica per divertirsi cercando di mandare però allo stesso tempo un messaggio sociale in cui crediamo molto e che pensiamo sia la nostra vera forza come gruppo e come uomini su questo mondo.

Unite musica a impegno sociale, pensi che il punk abbia ancora un valore sociale per i ragazzi che lo ascoltano e per i musicisti che lo fanno?

Nathan: Assolutamente si, penso che la musica punk in generale abbia ancora un fortissimo valore sociale ed è questo che ci fà credere ancora di più nel nostro lavoro. Molti ragazzi magari che ascoltano i Boysetsfire prima di averci sentito non si erano mai posti problemi su come và il mondo o perchè ci siano determinate ingiustizie. In America un ragazzino ha due organi formativi che sono la scuola e la televisione che però anche se cercano di mascherarlo mandano sempre uno ed un solo messaggio. Ciò alla fine gli dà una sorta di consapevolezza che gli fà credere di vivere in un mondo dorato. Se la musica può servire come mezzo di informazione alternativo, come credo faccia, penso sia doveroso per noi sfruttarlo per cercare di arrivare a più persone possibili.

Ma con l’ingresso di MTV e delle grandi lobby del commercio musicale non pensi sia una contraddizione parlare di punk in questi termini?!

Nathan: Concordo, perchè alla fine molti gruppi con questo passaggio poi si sforzano di fare cose in cui magari non credono più però ci sono lo stesso gruppi che ci credono ancora e penso che i Boysetsfire siano tra questi. Io non giudico gli altri penso solo alla mia musica.

Però non pensi che usare parole come punk per gruppi come Boysetsfire, Anti-Flag, Propagandhi sia diversa che usarla con gruppi come …

Nathan:Good Charlotte, Blink 182…vedi sò quello che vuoi dire e ti capisco. Però pensa anche che non si può essere politicamente impegnati per 24 ore al giorno 365 giorni all’anno si ha bisogno anche di distrarsi con cose disimpegnate e ciò non toglie nulla però al tuo impegno sociale e a tutto quello in cui credi. Noi Boysetsfire abbiamo il momento per divertirci e quello per protestare e manifestare il nostro pensiero e non penso che il divertimento sminuisca ciò che facciamo con convinzione.

Ora passiamo a parlare più specificatamente di musica. Le vostre canzoni sono una commistione di generi diversi, potresti aiutarci dandone te personalmente una definizione che possa essere esauriente.

Nathan: E’ solo MUSICA! Non ci piace classificarci perchè ci sembra riduttivo. Quando entriamo in studio non ci prefiggiamo nulla ma lasciamo solo al nostro cuore e istinto tirare fuori il meglio da noi. Sicuramente posso definirla “heavy” perchè suona potente, “strong” sia per il messaggio che per la musica, “melodic” perchè le nostre melodie non sono propriamente Hc,  permettimi però anche “punk” nella sua accezione originale in cui crediamo ancora.

Voi quest’oggi suonate al Deconstruction Festival, pensi che questo sia un festival punk o solo un parco dei divertimenti creato ad hoc?

Nathan: Non possiamo vedere il male su tutto. Su questo palco oggi si alterneranno band socialmente impegnate, band che incentrano la loro musica più sulle emozioni ma tutte sempre con qualcosa da dire. Io sono qui e mi diverto e tutta la gente che è venuta spero che faccia altrettanto. Inoltre per molte band è un modo per farsi conoscere grazie agli headliner che attirano tanta gente e che permettono alla tua piccola band di avere una grande chance.

Agli inizi della vostra carriera voi suonate sempre in posti come squat o piccoli club, ora che siete diventati una delle maggiori Hc band, solo davanti a grandi platee…quale è la differenza?…riesci ancora a sentire il contatto fisico con il pubblico?

Nathan: Sono due cose completamente differenti hai perfettamente ragione. Io preferisco suonare o andare a vedere una band in una piccola situazione come uno squat. Il pubblico è completamente differente perchè nella grande platea trovi anche quello al quale la politica non interessa assolutamente nulla ma pensa solo a divertirsi mentre nello squat trovi gente socialmente impegnata e ti senti come essere la voce delle sue lotte e si crea un feeling incredibile, veramente qualcosa di magico.

Pochi giorni fà si è concluso il G8 in Francia e, tranne che per pochi secondi d’obbligo all’interno dei telegiornali, nessuno ha parlato di questo evento e la medesima cosa è successa lo scorso anno in Canada. Dopo Seattle e Genova pensi che le cose siano cambiate e che questa forza che siamo noi e il movimento No-Global stia incominciando a perdere forza e consistenza?

Nathan: Non lo sò, da quello che stiamo vedendo la risposta dovrebbe essere si. Forse in molti sta incominciando a crescere un sentimento di rassegnazione perchè vedono che le cose non cambiano e che nessuno ascolta la loro voce. E’ triste soprattutto quello che è successo e che nessuno abbiamo detto niente per quel ragazzo in fin di vita gettato dalla polizia francese da un autostrada …e non venitemi a dire che è stata solo un incidente perchè da Seattle in poi ne abbiamo visti e sopportati fin troppo. Io penso che finche ci sarà gente che và alle manifestazioni, organi di informazione come Indymedia o nel piccolo una webzine come la tua che si preoccupa oltre che della musica anche di ciò che succede nel mondo sicuramente non saremo sconfitti.

Potresti sintetizzarci il pensiero politico dei Boysetfire…sò che siete chiamati i comunisti del “Delaware”.

Nathan: Protesta, manifesta, contesta, ragiona e combatti per i tuoi diritti e quelli degli altri, fà che la tua voce sia quella della giustizia e della sincerità. Nel nostro ultimo album “Tomorrow comes today” che sembra quasi un celebre titolo di James Bond parliamo appunto di questo e di quello che dobbiamo e possiamo fare per il nostro mondo e la nostra società. Noi ci crediamo perchè pensiamo che chiunque ha una nostra t-shirt o un nostro disco non lo ha comprato per moda ma perchè crede in quello che diciamo

Per concludere, progetti futuri?

Nathan: Sinceramente non abbiamo nulla di preparato. Abbiamo qualche data al Lollapalooza quest’estate in America  e poi torneremo verso fine agosto in Europa per qualche festival qui in giro. Poi dopo inizieremo a pensare al prossimo album che però non ho ancora idea di quando possa uscire.

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