GROEZROCK PRE-FEST 2016, Buurthuis, Ham (Belgio), 28-04-2016

Anche quest’anno è giunto il momento da me più atteso: l’arrivo del mese di aprile porta con sé, ormai da 7 anni, il Groezrock, uno dei più belli e importanti festival punk-rock e hardcore d’Europa.
Anche quest’anno la festa parte nella piccolissima Ham, all’interno dell’altrettanto piccolo Buurthuis che la sera ospiterà Kill The President, The Waiting Game, The Human Project e soprattutto No Fun At All e Less Than Jake.

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Dopo esserci sistemati in casa (si, anche quest’anno ci siamo trattati da signori), raggiungiamo il locale, ma purtroppo ci perdiamo l’esibizione degli spagnoli Kill The President: giusto il tempo di una birretta e di un giro al merch che è già il turno dei The Waiting Game. Il quintetto di casa, seguito con freddezza dai presenti, offre un punk-rock a tratti tirato, a tratti “ultra melodico” che non mi ha lasciato alcunché. I punti di riferimento della band sono sicuramente gruppi come Taking Back Sunday, Bayside, The Get Up Kids con qualche accenno di New Found Glory: non proprio i miei preferiti (per usare un eufemismo), ma se voi ne siete fan, allora non potete non dare una chance ai The Waiting Game, che tra l’altro se ne sono usciti con un nuovo album.
Piano piano il Buurthuis va riempiendosi e le facce italiane cominciano ad aumentare. Dopo le consuete chiacchiere con chi, purtroppo, vedi solo in queste occasioni ecco che salgono sul palco i The Human Project, quartetto inglese di Leeds attivo dal 2010. Non avendone mai sentito parlare, prima della partenza mi sono ascoltato un paio di pezzi sul tubo: punk-rock melodico che molto spesso sfocia in un HC di stampo Propagandhi/A Wilhelm Scream/Belvedere. Sicuramente la presenza scenica c’è (anche il pubblico sembra apprezzare di più rispetto alla band precedente), ma il genere suonato non riesce proprio a coinvolgermi, anche se At What Point, uno dei due pezzi ascoltati una volta usciti i nomi del pre fest, merita una menzione.
E’ inutile starci a girare troppo intorno: sono qui per i No Fun At All.
Anche se me li sarei rivisti il giorno dopo al Groezrock, la curiosità di assistere per la prima volta ad un loro concerto e per giunta in un locale come il Buurthuis, è troppo forte per farsi sfuggire l’occasione.
Tutto inizia con una meravigliosa Suicide Machine che dimostra, sin da subito, quanto i cinque signori svedesi siano maledettamente in forma. I pezzi si susseguono uno dopo l’altro: del mio album preferito, Out of Bounds”, ricordo PerfectionMaster Celebrator (momento top per empatia tra band e pubblico), In a Rhyme Invitation, mentre di “State of Flow” (anno 2000, l’ultimo album prima dello scioglimento) vengono eseguite, tra le altre, Waste of Time e l’immancabile Second Best.
Poi ancora BelieversStrong And Smart, Beachparty, Alchool dei Gang Green, Catch Me Running Out, Lose Another Friend, Where’s The Truth (durante la quale una ragazza vola sull’asta del microfono del frontman provocandone una temporanea stizza) e Happy For The First Time. Sinceramente non ricordo l’ordine preciso dei pezzi, ma questo concerto rimarrà sempre impresso nella mia memoria.
I No Fun At All hanno dato una grande dimostrazione di come, anche superati i 40, si possa spaccare il culo. Concerto da libri di storia.
Neanche il tempo di prendere un po d’aria che siamo già giunti agli headliner del pre-fest: i Less Than Jake.
La presenza al Groezrock della ska-punk band di Gainesville è sicuramente uno dei motivi per i quali ho ripreso l’aereo in direzione Bruxelles, e la loro presenza alla festa pre festival è un qualcosa che non mi sarei perso per niente al mondo. Vengo a sapere sul posto, con estremo piacere, che verrà suonato “Hello Rockview” nella sua interezza e allora via di Last One of Liberty City, All My Best Friends Are Metalheads, Five State Drive, Motto, Danny Says, Richard Allen George, No It’s Just Cheez, Big Crash, History of a Boring Town, Al’s War e tutte le altre tracce di questo divertentissimo album del 1998.
I LTJ sul palco sono uno spettacolo: uniscono voglia di divertirsi e di divertire ad una tecnica sopraffina, mi sto riferendo soprattutto al bassista Roger Lima Manganelli, vero e proprio motore trainante della band (non me ne voglia il buon Chris DeMakes).
Il concerto dei Less Than Jake si conclude con le immancabili The Science of Selling Yourself ShortGainesville Rock City, che crea il delirio in platea, come era semplice aspettarsi alla vigilia.
Live da 10 in pagella per i Less Than Jake che rivedrò il giorno seguente, ma che rivedrei altre 100 volte.

Dopo un po di dj set (finito prima rispetto agli altri anni) e altre chiacchiere con gli amici, ci dirigiamo alla macchina perché i due giorni che verranno saranno altrettanto belli e indimenticabili.

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