LECREVISSE: Due

La novella etichetta Jestrai Records, gestita da Mariateresa Regazzoni, madre dei Verdena e dallo stesso Alberto, chitarrista/cantante del gruppo, é impegnata a cogliere quanto di buono e stimolante giunge dal foltissimo sottobosco rock dellenuove generazioni: ecco che fa uscire contemporaneamente due dischi abbastanza diversi ma entrambi significativi di alcune tendenze del giovane rock italiano.Dico subito che a mio parere il più interessante é ‘Due’, appunto secondo lavoro del quintetto veronese Lecrevisse che esplora il concetto di rock ‘espanso’ in maniera davvero originale e coinvolgente: in collaborazione con Fabio Magistrali, musicistache compare nelle più importanti produzioni italiane degli ultimi tempi concepiscono brani nei quali é facile viaggiare con la mente e perdersi talmente molteplici sono i ‘mood’ e le suggestioni proposte; ecco allora che l’aggressività dei primi brani, come Fleurette si stempera man mano in episodi come Origami, Tra le Pieghe, NGE 287, Di Ieri: il potere, dalle chitarre di Brad e K passa progressivamente nei polpastrelli di Stefano Roveda che traffica con strumenti inusuali per un rock ortodosso ma provvidenziali nell’individuazione di nuove dimensioni.. theremin, violini, xilofoni, synths.Un episodio esaustivo in questo senso sono gli undici minuti dello strumentale NGE 287 che hanno poco o niente di rock in senso stretto ma molto nella direzione di una soffice psichedelia progressiva macchiata di lounge: escursioni geniali in sequenza di theremin oscillante, xilofono tenue e romantici violini…!Ma i Lecrevisse non si (ci) fanno mancare neanche eleganti jazzismi, soffusi toni blues come in Spleen e Di Ieri e..dulcis in fundo come bonus-track una profonda, quasi mistica rivisitazione di un classico di Lucio Dalla, Com’é Profondo il Mare.Anche l’etichetta di indie-rock mi sembra del tutto restrittiva per un disco ‘illuminato’ come Due: dico semplicemente che questi ragazzi stanno delineando un’autonoma (anche da modelli stranieri) e poetica estetica timbrico-contenutistica che se approfondita ci riserverà parecchie sorprese!Sublime Follia rappresenta invece il debutto discografico per Karnea, trio di Crema estremamente passionale e d’impatto nei cantati, nei ritmi e nell’uso delle chitarre: questi ragazzi credono molto in ciò che suonano e si sente….ma purtroppo risentono molto…forse troppo dell’influenza delle bands cui fa riferimento il loro sound.Brani virulenti come L’Affanno, La Matta, Vile, Del Vento trasudano letteralmente Nirvana e Smashing Pumpkins sino alla sfinimento..Seattle sound più in generale!Più originali ed introspettivi i Karnea li trovo in brani più lento/ipnotici come Acerbero ed Ho Letto il Tuo Diario…nei quali nondimeno sono palpabili reminiscenze Cure e new-wave.Se riusciranno a sviscerare maggiormente la loro ispirazione e soprattutto a sganciarsi da certo modelli stranieri troppo invadenti credo che non ci deluderanno!

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