Quattro chiacchiere con Mauri Clash

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Ho conosciuto Mauri una sera per caso, lui suonava tutti i migliori pezzi della storia del punk e dello ska mondiale con la sua chitarra acustica e la sua voce stupenda ed inconfondibile, ed io pezzo dopo pezzo ho imparato a conoscere ed apprezzare questo eterno ragazzo, che negli anni è arrivato a suonare nientemeno che al Rebellion di Blackpool, uno dei festival più importanti e conosciuti nella scena. Sentiamo un po cos’ha da dirci:

-Ciao Mauri, come va? Sei pronto per il Rebellion?

Tutto ok Matt, si…direi di si…sono pronto, quest’anno sarà il mio quarto Rebellion…devo ancora buttar giù la set list e decidere al meglio I brani da proporre, ma direi di si. Si tratta solo di scegliere. L’adrenalina è già a 1000. Avrò solo 40 minuti di gig quindi dovrò dare il meglio e scegliere con cura i brani che possano coinvolgere maggiormente il pubblico, che solitamente è numeroso e molto “caldo”. Proporrò 18 brani, 2 pezzi miei e cover tutte riarrangiate in acustica e riviste, per cercare di dare una mia impronta ai pezzi. Clash, Ramones, Stiff, Misfits, Buzzcocks, Sparrer, DK…ma anche brani Ska con qualche pezzo degli Specials, Selecter, Madness. Molti di questi artisti, tra l’altro, saranno in Line Up al festival. Ho sempre cercato di fare “miei” i brani che ripropongo, cercando di dar loro vita nuova e regalare al pubblico qualche emozione in più, ascoltando canzoni che sono nel nostro cuore da sempre. L’emozione, quando salgo sull’ acoustic stage del Wintergardens è sempre enorme, ma appena comincio a suonare tutto passa e l’emozione si trasforma in energia e pura passione.

-parlaci un po del tuo Rebellion, com’è nata la cosa?

Venni “scoperto” per caso, nell’Ottobre 2009, da un ragazzo Irlandese molto vicino agli organizzatori del Rebellion Festival che vide alcuni miei video su YouTube e mi propose. Ricordo che lui amava i Pogues e rimase colpito dalla mia “Tuesday Morning”. Mi chiamarono subito, per l’edizione 2010 e per me fu un’emozione del tutto inaspettata e grandissima. Il nome di questo ragazzo era Colm Callanan. Diventammo amici fraterni, lui era molto conosciuto nell’ambito Punk, tra le bands e nel Rebellion. Purtroppo, due anni dopo, a fine Agosto del 2011, poche settimane dopo esserci salutati con un’ abbraccio a fine Festival, decise di lasciare questo mondo. Fu un grande dolore. Scrissi una canzone per lui in un’ora, di getto, e ancora oggi non riesco a spiegarmi come feci, a trovare le parole in inglese, la musica, la melodia. Si intitola “My Irish Friend”. Lo proposi dal vivo nell’edizione 2012. Fu un momento davvero emozionante e indimenticabile. Tra il pubblico la figlia Charlene e tantissimi amici.

-qualche aneddoto da dietro le quinte?

Tantissimi. Il Rebellion è veramante un festival unico, piu di 250 bands che si alternano in 5 palchi, da mezzogiorno all’una di notte, dal giovedì alla domenica, nel primo week end di Agosto. Chiaccherare nei backstage è senza dubbio una delle cose più divertenti. Nel 2012 Colin Mc Faul, frontman degli Sparrer, mi chiese quando suonavo perchè voleva venire a vedermi. E’ stato un’attimo chiedergli di salire sul palco a cantare England Belongs To Me e Because Your’re Young insieme a me. Grande sorpresa per tutti.
Ricordo quando incrociai Jello Biafra, nel backstage Olympia, poco prima del suo concerto. Continuava a correre, avanti e indietro, per caricarsi. A un certo punto si ferma, gli chiedo una foto insieme. Mi disse che aveva sentito la mia versione acustica di Kill The Poor e che la trovava bellissima perché “diversa”. Cazzo, son soddisfazioni. Per non parlare poi di “uncle” Charlie Harper…è un piacere sentirlo raccontare aneddoti e episodi dei più svariati. Lui, è il Punk. Come attitudine e modo di essere. 40 anni di concerti, di palchi, di sudore. Sentirlo raccontare vecchie storie è impagabile. Starei ore a sentirlo parlare di Joe, Dei Clash,i Pistols e del 77 a Londra. Una sera gli chiesi se si ricordava del suo storico concerto come supporters ai Ramones, 1980, Palalido qui a Milano e che io c’ero. E lui mi disse “ ma quanti cazzo di anni hai?, sei vecchio pure tu allora!”

-raccontaci un po di te adesso, quando hai iniziato? E perché?

Presi per la prima volta la chitarra in mano (una eko sfasciata con le corde tutte arrugginite di mio padre) a fine anni settanta, avevo 13/14 anni. Ricordo con assoluta certezza che il primo brano che feci fu la linea di basso di Blitzkrieg Bop. Semplice, lineare, essenziale. Mi accorsi che mi venne subito con facilità, soprattutto tenere il ritmo. Mi resi conto che non mi bastava ascoltare la musica, volevo suonarla, volevo cantare, volevo viverla a pieno. Piano piano mi accorsi che suonare il basso mi riusciva facile e naturale. Imparai tutti i pezzi dei primi 2 album dei Ramones, uno dopo l’altro, in pochi giorni. Poi passai a cose più complesse, Clash, Police, Cure, Costello, Joe Jackson ecc ecc e molto Ska a seguire. Il basso è e rimane il mio strumento base, quello che sento più mio e che suono meglio, anche se ormai, purtroppo, mi capita raramente. Poco dopo imparai a suonare la chitarra, traducendo le note del basso in accordi, con l’aiuto di un libricino (che ancora conservo come cimelio) dove spiegava l’impostazione delle dita sul manico di tutte le note maggiori e minori e mi accorsi inoltre che riuscivo a suonare e cantare insieme, con naturalezza. Di musica non so un cazzo, se mi metti davanti uno spartito non so neanche cos’è. Ma fortunatamente, quando ascolto una canzone, riesco a suonarla quasi subito.
Nei primissimi anni ottanta, formammo una band. Qualche cover Punk all’inizio, poi new wave, e molti pezzi nostri. Ma all’epoca non c’erano i social network e l’unico modo per farsi conoscere era suonare in giro ed entrare nel giro giusto. Continuo a pensare che qualcosa di buono avevamo, ma purtroppo ci mancò la voglia di continuare e la determinazione per farlo. Più che altro suonavamo per il nostro piacere, per divertirci. Verso la metà anni 80, ognuno prese la sua strada (siamo tuttora in contatto e ci sentiamo spesso), io suonai ancora qua e la in qualche band di amici, ma nulla in particolare. Tra una suonata e l’altra arriviamo al 2007, dove riprendo la chitarra in mano e comincio così per divertirmi a mettere qualche video su youtube. Da li è cominciata una bella avventura che mi ha portato a fare tantissimi concerti, togliermi un sacco di soddisfazioni che pensavo non potessero mai più arrivare e soprattutto conoscere un sacco di nuovi amici, di bella gente e di divertirmi.

-ho visto sulla tua pagina che buon sangue non mente, tua figlia ha una voce splendida, la porterai presto sul palco con te?

Grazie Matt. Si, devo di dire che Sara, la grande, 18 anni, ha davvero una voce non comune. Non è escluso che la porti con me a Blackpool, mi piacerebbe tanto averla sul palco a cantare “Lost In Supermarket” dei Clash, ma l’impresa non è tanto portarla in Inghilterra, ma convincerla a salire sul palco! Vedremo. Prima o poi spero possa accadere, se non al Rebellion, in una della prossime occasioni.

-progetti futuri? poco tempo fa mi hai detto che avevi in mente qualcosa di nuovo, sta prendendo piede?

Vorrei scrivere altri pezzi miei, e finalmente fare un album. Purtroppo ci vuole tempo e ispirazione. Al momento, onestamente, mi mancano entrambi. Ho diversi brani pronti dal punto di vista musicale e di melodia, il problema, sono i testi. Preferisco l’inglese e fortunatamente ho una cara amica, Lucy London di Radio Preston fm( Blackpool ) che mi aiuta in questo e mi ha mandato ultimamente alcuni testi molto belli. Devo trovare la voglia e l’ispirazione per trasformarli in musica, trovando la metrica giusta.

-grazie mille per il tempo che ci hai dedicato, e spacca tutto al Rebellion

Grazie Matt, lo farò. Un abbraccio. Stay Rude

Se nono conoscete Mauri, prima di tutto vergognatevi, per seconda cosa qui trovate tutti i link per ascoltare i suoi pezzi, vi consiglio caldamente di farlo:

SOUNDCLOUD mauclash
YOUTUBE Mauri Clash
FACEBOOK Mauri Clash City Rocker

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