THE ORDINARY BOYS: Brassbound

Basterebbero tre parole per definire il contenuto di questo album: Classe, Stile e Groove… tre parole che difficilmente è possibile accostare tra loro nel panorama musicale attuale. Gli Ordinary Boys invece, rappresentano un’eccezione: i quattro giovanissimi kids di Brighton (l’età dei componenti varia da 19 a 23 anni), sono riusciti a realizzare un disco che ci aspettavamo da anni. “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”, per dirla biblicamente, ma c’è sicuramente la voglia di riscoprire quei suoni ska, bluebeat e rocksteady che venticinque anni or sono incendiarono i palchi di tutta l’Inghilterra e non solo.

Con “Over The Counter Culture”, il primo album degli Ordinary Boys uscito lo scorso anno, la band di Brighton aveva riscoperto i suoni del revival mod, dimostrando di aver imparato la lezione impartita da band come Jam, Chords, Lambrettas e Secret Affair. Proprio Paul “The Modfather” Weller, dopo averli visti suonare dal vivo, li ha presi sotto la sua ala protettrice, tanto da chiedere a Preston, voce e penna degli Ordinary Boys, di scrivere qualche canzone per il suo prossimo disco solista.

Dopo meno di un anno è arrivato “Brassbound”: un concentrato di melodia e potenza che rimanda alle sonorità 2-Tone rilette in chiave moderna, tenendo presente tutto ciò che è passato nella scena musicale in questi ultimi anni. “Boys Will Be Boys” (primo singolo estratto dal disco, in cui è presente come guest vocalist il raggaman Rankin Junior, figlio del leader dei The Beat) presenta un’intelaiatura mod-punk su cui vibrano armonie ska, come solo Madness o i Clash erano in grado di fare.

“Life Will Be The Death Of Me” (secondo singolo estratto, che in versione 7″ presenta come B side una splendida cover di “Baylon’s Burning” degli indimenticabili The Ruts) rimanda ai Jam di “All Mods Cons” e al primo Dexy’s Midnight Runners… e questo è solo l’inizio: si continua con i ritmi frenetici di “One Step Forward (Two Step Back)”, le melodie di “Skull & Bones”, passando per il reggae-soul bianco di “Don’t Live Too Fast”, fino ad arrivare alla ska-cover di “Rudi’s In Love” (dei Locomotive, formazione ska inglese di fine ’60, fondata dall’ex-Traffic Chris Wood) e concludere con la malinconica ballata brit-pop “Red Letter Day”.

La prima tiratura del CD contiene un DVD con tre video che ritraggono la band dal vivo e un documentario, molto utile per rendersi conto della scena attuale Made In Britain… This Is The Modern World!

TRACK LIST:
1. Brassbound 2. Boys Will Be Boys 3. Life Will Be The Death Of Me 4. Thanks To The Girl 5. On A Island 6. One Step Forward (Two Step Back) 7. Skull & Bones 8. Don’t Live Too Fast 9. Call To Arms 10. A Few Home Truths 11. Rudi’s In Love 12. Red Letter Day

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