TORQUEMADA: Tales from the bottle

It’s Going inaugura alla grande TALES FROM THE BOTTLE, album d’esordio del trio bergamasco TORQUEMADA, uscito per l’Insect Records (Udine) verso fine gennaio, e subito si stenta a credere di trovarsi al cospetto di una band italiana: un riff di basso assassino ( Davide Perucchini, cui va il merito della registrazione e realizzazione tecnica del disco in locations bergamasche) introduce un sound esasperato quasi live, il vocalismo alcoolico ed abbruttito del chitarrista Alfredo Surace e continui bruschi cambi di tempo. It’s Going già evoca atmosfere infernali ed esistenziali estreme e va a sfociare felicemente in Figure It Out, a mio parere uno degli episodi più felici del disco, in cui i Torquemada riescono a fondere noise, attitudine dark e frenesia punk trasfigurando il tutto in una sorta di sfrenato e diabolico boogie di cinque minuti.

Ma anche il seguente Industrialnoisepostrock, sintomatico sin dal titolo, è emblematico di come il trio bergamasco sia abilissimo nel far confluire nel proprio sound le derive soniche più disparate.
Il sabba continua con il seguente torrido e strisciante Infernalcoholic Man : a questo punto è chiaro che i tre abbiano una predilezione per i chiaroscuri, i pieni ed i vuoti; dato confermato dalla martellante Times.

Non lasciano tregua all’ascoltatore con Plug e Me & My Cat : riffs chitarristici ossessivi e squadrati, voce esasperata, basso cupo e vero albero motore la drums polimorfa di Luciano Finazzi. Facendo mente locale, se vogliamo individuare nei particolari ascendenti e coordinate stilistiche : in tutti questi brani pesantezza stoner, furore grunge vanno a braccetto con la geometricità implacabile degli Shellac, ma a parer mio anche in parte con la brutalità noise-blues degli indimenticati americani Chrome Cranks.
I potenti Torquemada mi ricordano molto sul versante del furore esecutivo un altro grande ed eclettico gruppo noise italiano, One Dimensional Man.
La frastagliata Superrodeo Frog mette in scena improvvisi stop e silenzi (caratteristica presente anche in altri brani); la finale WHO? é una tormentata song segnata ancora una volta da rallentate minacciose estasi dark, una sorta di sublimazione finale dell’atmosfera sulfureo-tossica che si respira nei precedenti otto brani.

Davvero un esordio sorprendente Tales From The Bottle, e se alzare il gomito dà risultati come questo…beh, allora Alfredo, Luciano, Davide continuate imperterriti a riempire i bicchieri e non lasciateli mezzi pieni !
Un plauso finale all’artwork diabolicamente etilico-erotico di Daw .

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