Bad Religion + The Interrupters + The Mahones, 3/09/2015, Estragon Bologna

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Inizio subito con lo scusarmi coi lettori per i Mahones.
Purtroppo non ce l’ho fatta a vedere la band canadese; arrivato all’Estragon gli Interrupters stavano già per cominciare.
Sicuramente non mancheranno le occasioni di rivedere i Mahones, anche se mi intrigava assistere ad un loro concerto in una situazione come quella di Bologna….

Ma partiamo dagli Interrupters.
Lo scorso anno è uscito il s/t d’esordio (dopo un paio di 7″) e l’interesse è scoccato quasi istantaneamente: dopo averli visti al Groezrock l’interesse è subito diventato amore.
La ska-punk band di Los Angeles targata Hellcat Records è stata la vera e propria rivelazione del 2014 e il concerto di Bologna non ha fatto altro che confermare tutto ciò che la data belga mi aveva già regalato.
Gli Interrupters attaccano con la mia preferita in assoluto Haven’t Seen The Last Of Me (che mi sono miseramente perso al Groezrock) e la punk-rock song Liberty per poi continuare con quasi tutti i pezzi del s/t: da Take Back The Power (vero e proprio anthem dei 4 californiani) a Easy On You, da This is The New Sound A Friend Like Me, per concludere con Family durante la quale l’ahimè non numerosissimo pubblico partecipa attivamente spronato da Aimee Interrupter e dai fratelli Bivona, veri e propri animali da palco.
Se a tutto ciò aggiungete una Babylon e soprattutto una Sound System degli Operation Ivy, forse vi renderete conto del concerto che vi siete persi. Totali.

Ho detto totali?
Non potevo scegliere vezzeggiativo migliore visto che dopo gli Interrupters salgono sul palco i Bad Religion.
Vere e proprie leggende del punk-rock (nella mia personalissima classifica stanno leggermente sotto a Clash e Ramones) Greg Graffin e compagni tornano sul palco dell’Estragon a distanza di poco più di due anni. Era infatti il 19 giugno del 2013 quando i Bad Religion chiusero un meraviglioso concerto aperto da Manges e Anti-Flag. Ma non perdiamoci in divagazioni.
I Bad Religion non mi stancheranno mai, e a chi mi dice che devo smetterli di ascoltarli rispondo… E’ meglio che non lo dica come rispondo.
La scaletta di Bologna presenta molte variazioni rispetto a quella milanese della sera prima, a cominciare dal principio: Kyoto Now!, Modern Man Stranger Than Fiction rappresentano un’apertura di concerto da pelle d’oca, se non fosse per i suoni pessimi che l’Estragon (stranamente) ci ha riservato. Anche gli stessi Bad Religion sembrano accusare questa inaspettata situazione, ma fortunatamente il tutto passa da Against The Grain in poi.
Degli ultimi 4 album vengono eseguite solo Fuck You (“True North”), Wrong Way Kids (“The Dissent Of Man)”, Dearly Beloved (“New Maps Of Hell”) e Sinister Rouge (“The Empire Strike First”), poi tutti pezzi da “The Process Of Belief” a ritroso.
Degne di nota No Control, Skyscraper, durante la quale i decibel dell’Estragon cominciano a toccare tetti elevatissimi), You, Best For You (che non sentivo dal Groezrock del 2010 se non ricordo male), Delirium of Disorder e la sempre emozionante Sorrow.
Non è mai facile per me fare un live report dei Bad Religion. Sono talmente tanti i pezzi splendidi che la band ci regala ad ogni suo concerto che è quasi impossibile farne una cernita: come non menzionare Atomic Garden? You Are (The Government)? E Suffer? E potrei continuare per molto molto tempo: persino Mike Dimkich detto “sciarpina” (che, diciamoci la verità, sembra messo li a caso) mi è risultato degno di nota.
Spero di aver reso l’idea di cosa può essere stato questo concerto. L’ennesima dimostrazione di come i Bad Religion siano una, due, tre, quattro, cinquanta spanne sopra a tutti: affermazione opinabile, ma voglio le argomentazioni!
E a chi continua a dirmi “basta!” io rispondo: “te tieniti i tuoi, i Bad Religion me li tengo volentieri io!”

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