BANDA BASSOTTI

Impossibile mettere in ordine il fiume di parole che è la Banda Bassotti; un insieme di concetti, tutti degni di nota, continuo. Ma sicuramente aver potuto parlare con queste persone è qualcosa di importante; la riscossa della classe operaia…
Rilasciata il 2 Settembre 2001

Non vi trovate un po’ a disagio in una situazione come questa dell’Independent Days Festival? Non credo che sia la vostra situazione abituale…

(risate e sorrisi da parte di tutti)… si capisce così bene? A parte tutto, vediamo un grande spreco di personale di sicurezza, di gente in generale…
no, non è la nostra situazione abituale!

Scusate, ma chi ve lo ha fatto fare di ritornare a suonare dopo tutti questi anni?

Il pubblico! Gli amici e i compagni che ce lo chiedevano continuamente.
C’era in ballo questa storia del processo e avevamo promesso che dopo la fine di questo avremmo suonato in Euskadi, e così abbiamo fatto. Poi ci siamo detti: se suoniamo in Spagna possiamo anche fare una data in Italia per salutare anche il pubblico di Roma; pensavamo che magari 4000 nostalgici ci sarebbero venuti a sentire un’ultima volta, ma sono venuti a vederci in9000 e tutto è partito da li’.



Avete trovato differenze tra il pubblico del ’94 e quello del 2001?

Si è in generale ringiovanito, e questo ci ha fatto moltissimo piacere. I giovani sono pura energia, e vedere gente di 16-17 anni ai concerti, gente
che non aveva mai visto la Banda ma che negli anni si era comprata i dischi e si era appassionata, ci ha fatto pensare che forse avevamo ancora qualcosa
da dire.

E Roma, in quanto a musica di questo genere, è cambiata molto?

Beh, a Roma non è che ci sia tutto questo fermento come può esserci ad esempio qui a nord… in generale più a sud vai e peggio è per concerti e
gruppi, ma bisogna dire che a Roma i gruppi che ci sono si aiutano e si danno una mano gli uni con gli altri ad suonare in giro e andare avanti.

Andava in questa direzione anche la nascita della Gridalo Forte?

La Gridalo Forte è nata in pratica con il progetto "Balla e Difendi". Noi magari non sappiamo parlare ma quando siamo partiti con l’etichetta volevamo raggiungere un certo livello di professionalità, ci piaceva che la gente che comprava un disco lo sentisse registrato bene, che i concerti fossero bei concerti, tutto qui. E’ un atteggiamento generale alle cose, che ci è proprio dell’essere gente di cantiere; quando facciamo le cose le vogliamo fare bene, e se l’etichetta assieme all’agenzia è arrivata fin dove è arrivata è solo grazie a questo, per fare il primo disco ci abbiamo messo un
milione a testa.

Che avete provato quando avete visto 9000 persone al
concerto di Roma?

È stata un emozione grandissima, io (è Peppe a parlare) non mi ero subito reso conto di quanta gente ci fosse, mi ero estraniato dal contesto per evitare di fare errori, ma poi mi sono accorto che ce n’era veramente tantissima…

Voi siete un mistero per me: la gente in generale non vi conosce molto, ma i vostri cd nei negozi ci sono sempre e vengono regolarmente comprati e quando fate un concerto scopriamo che ci sono 9000 persone a vedervi e che molto altre avrebbero voluto esserci…

eh si, è una cosa che ha sorpreso anche noi. Qualcuno una volta ha detto che
siamo una "cult-band", e credo che la definizione non sia poi neanche tanto
sbagliata.

E tutto il successo si è basato sulla musica e sul passaparola…visto che voi non andate spesso su MTV. A proposito a quando il video?

Beh, ne abbiamo appena girato uno di "Carabina 30-30", con alcune immagini del concerto di S.Lorenzo insieme ad altre sparse del sudamerica e dei nostri viaggi. E sembra che sia passato anche qualche volta in televisione… (oddio, un miracolo!, ndr)

Che ne pensate di quei gruppi, tipo R.A.T.M. o 99Posse, che hanno messaggi politici molto forti e sono in una grossa etichetta con grossi business?

Secondo me (Scopa) l’importante è la sincerità, quello che uno ha dentro. Certo non mi sembra molto facile che uno che ha molti soldi mi parli di rivolta, ma queste sono dinamiche legate alla relatà interna dei gruppi ed io non posso entrarne. Credo sia una cosa (Picchio) che riguarda anche il perché suoni; noi oggi siamo qui a suonare ma domani torniamo a lavorare in
cantiere, non stiamo su un palco certo per carriera ma per altri motivi, e forse questo ci spinge ad avere un atteggiamento diverso nei confronti di quello che facciamo. Noi cantiamo queste cose perché le viviamo (Sigaro interviene), siamo prigionieri in un certo senso, e non credo riuscirei a scrivere certe cose se non fossi quello che sono. Una volta ero a casa perché in cooperativa non c’era lavoro, mi giro per casa e penso che non ho niente da fare e se continua così niente neanche da mangiare. Allora decido di andare in cantiere da Carmelo, gli chiedo una sigaretta e lui mi dice che ha smesso da poco. Allora me ne ritorno verso casa deciso a scrivere una canzone "leggera", non nello stile della Banda, che magari a suonarla in
stazione ci rimedio qualche cosa. Inizio a scriverla e fila tutto liscio, scrivo la parte della chitarra, quella del basso e quando arrivo al testo mi accorgo che, senza neanche farlo apposta, era una canzone della Banda bella e buona! Questo per farti capire che non potrei essere diverso da quello che sono.

Non vi piacerebbe vivere di musica? Credo sia il sogno di molti…


Io (Scopa) non disdegnerei di certo vivere di musica, ma forse quando fai "l’artista" di mestiere perdi un po’ il contatto con la tua realtà, e rischi di scrivere solo di cose che ormai non ti appartengono più, e credo diventi più difficile anche essere sincero con te stesso. Io rispetto moltissimo i "musicisti per mestiere", pensiamo ad esempio ad un De André che ha dato moltissimo alla musica pur parlando di cose che non gli appartenevano più (almeno in prima persona), ma forse non riuscirei più ad essere quello che sono e che vorrei essere.
Io invece non ci penso (Sigaro), non credo che sarà mai possibile, e forse mi sta bene così!

Progetti futuri, a parte il suonare in giro? C’è in programma del materiale nuovo?


Dopo tutto quello che è successo dal concerto di Roma ci è venuta voglia di scrivere qualcosa di nuovo, ma adesso non c’è ancora niente di definitivo, vedremo…

(qui entra in gioco il fan ed il giornalista va a quel paese)  Dai, sentiamo il bisogno della Banda! A parte tutto, credo che abbiate riempito il vuoto che voi stessi avevate lasciato nel ’94, nessuno lo aveva preso nel frattempo.


Si, lo crediamo anche noi, ma non è una cosa che ci piace molto, anche perché vuol dire che dopo di noi nessun altro ha preso il testimone, siamo rimasti gli unici a seguire un certo percorso in Italia, e questo per la scena non è positivo.

A voi non posso non chiedere un commento sugli ultimi fatti di attualità (Genova e Governo)…
Che vuoi che ti diciamo? A Genova secondo me (Scopa) ci sono state le prove generali di un nuovo sistema di repressione che si è instaurato in Italia,
un nuovo potere. A me (Peppe) personalmente spaventano e non poco i fondamentalismi islamici, ho un centro islamico vicino a casa e li vedo così
organizzati, così diligenti, ed un po’ ho paura.

Il discorso si è poi spostato sulla religione cristiana, e diventa difficile riportarlo in quanto molto articolato, ma mi ha colpito una frase di Peppe, che trovo illuminante: "se dici che nel mondo ci sono i poveri sei un buoncristiano, se ti chiedi il perché sei un comunista".

 Credo che questo sia il modo migliore per finire questa intervista.

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