PUNKADEKA FESTIVAL 25th Anniversary

Chiaccherata con Seby dei DEROZER

I Derozer si possono considerare un pilastro fondamentale del punk italiano. Davanti una birra ghiacciata abbiamo scambiato quattro chiacchere con Seby, voce dei Derozer, nel backstage del Ferrock Festival, nella sua Vicenza, poco prima salisse sul palco. 

 

Ciao Seby,
30 anni di Derozer, 20 anni di “alla nostra età” (2° album della band -1998- Derotten Records/ Kob Records). Come state? Come sta andando?
Tutto bene grazie! Naturalmente dopo 30 anni di attività il peso sulle spalle inizia a farsi sentire. Stiamo facendo questo tour non solo per celebrare questi 30 anni, ma, come dicevi tu, anche per festeggiare i 20 anni di “alla nostra età”. Siamo ormai giunti alla 7a data di questo tour, e devo dirti con tanta soddisfazione che sta avendo un grandissimo successo, sia come pubblico, ma soprattutto come entusiasmo. C’è veramente un fortissimo entusiasmo e siamo davvero felici di come sta andando.

E questo ci fa molto piacere visto lo stato di salute della musica “non commerciale” in generale e il Punk-Rock più in particolare.
Certo, purtroppo in questo momento storico, soprattutto i gruppi giovani e quelli meno conosciuti, hanno grandissime difficoltà. Il Punk-Rock non è più di moda come lo era 10/15 o 20 anni fa, è tornato ad essere Punk se vogliamo. Non ci sono più posti dove suonare e naturalmente le bands giovani fanno molta più fatica, però, a guardare bene, sono le stesse difficoltà che abbiamo incontrato noi all’inizio. Ecco, consideriamolo come un filtro per far emergere chi veramente ci crede. Ma comunque si può fare e noi ne siamo la prova vivente.

Avete in mente qualcosa dopo questo tour di celebrazione? Cosa ci riserverete per il futuro ?
Dunque, questo tour si concluderà a dicembre con un grande concerto che si svolgerà all’estero, ma non posso svelarti ancora dove. Posso dirti però che dopo il tour faremo qualcosa di nuovo, sicuramente non un album ma dei singoli che usciranno a distanza di tot mesi uno dall’altro e al termine, raccoglieremo tutto il materiale in un cofanetto, potrà essere in CD o in Vinile, al momento non lo sappiamo ancora, ma sarà con tiratura super limitata. Un prodotto per i fans più fedeli.

Quindi una copia la dovrò avere.
(ride) come ben sai di dischi non se ne vendono più, quindi inutile stare qui a menarcela e a raccontarci bugie, faremo un prodotto solo per i fans, gli altri potranno scaricare i pezzi dalle solite piattaforme digitali o streaming.

Mi racconti un aneddoto divertente/strano che vi è successo in questa lunga carriera, ma uno che anche il più fedele dei fan non conosce.
Nella nostra carriera ne abbiamo vissute di ogni come puoi immaginare, ma uno dei più “drammatici” per esempio quando abbiamo perso la ruota del furgone in autostrada.
Eravamo in Liguria e stavamo andando a Savona per un concerto, ad un certo punto abbiamo perso la ruota del furgone, questo ha fatto 3 o 4 testacoda in autostrada dentro una galleria. Scesi per controllare, fortunatamente tutti incolumi, vediamo che il mozzo che, avendo strisciato per centinaia di metri sull’asfalto, era in fiamme. Il nostro fonico dell’epoca, Ciccio, che voleva spegnere le fiamme appunto, ci buttò sopra quello che aveva in mano, peccato fosse una bottiglia di whisky, facendo ovviamente ancora più danni. Questo tanto per capire come eravamo messi. Nella drammaticità della cosa, è stato divertente.

Come quasi tutti, credo abbiate iniziato suonando due accordi nello scantinato di qualcuno. Quando avete effettivamente capito che volevate fare questo per lavoro ?
Noi in realtà lo abbiamo capito da subito, praticamente ancora prima di conoscerci. Mi è sempre piaciuto suonare, la performance, il palco, avere del pubblico che ti guarda. Quindi si, l’ho capito da subito, quella era la mia indole e c’ho sempre creduto.

Quindi cosa deve fare un ragazzino che vuole mettere su il suo primo gruppo?
Per prima cosa mettere annunci per trovare gli altri componenti, poi deve trovare un posto, sbattersi per trovare un posto dove suonare perchè le idee hanno bisogno di un contenitore, ed il contenitore è la sala prove. Deve lavorare, provare, suonare, deve passare le ore in sala, come abbiamo fatto noi. E scrivere, scrivere scrivere scrivere e crederci, avere le idee chiare, deve amare ciò che fa.
Avete capito ragazzi?

La scena punk di oggi è sicuramente cambiata rispetto a quella degli anni 80 e 90. Tralasciando la quantità di persone che va a concerti, com’è cambiata? Vedi la stessa energia?
No ragazzi, non si può certo paragonare la scena di allora con la scena di adesso, perchè è veramente tutto differente, siamo in un momento di cambio epocale, o forse stiamo vivendo un cambio d’epoca. Tu pensa solamente ai social, ai cellulari; questa tecnologia ha modificato tutto. Ora farsi pubblicità è diventata una cosa semplicissima, mentre una volta era di una difficoltà incredibile, i dischi li spedivi per posta, ora li posti con un click e se hai la fortuna che il tuo video diventi virale, dalla mattina alla sera sei famoso. Prima invece era un percorso lunghissimo che richiedeva molte più energie. Adesso, quindi, probabilmente devi crederci ancora di più per emergere. Mi sembra però che le nuove generazioni vogliono tutto abbastanza velocemente, perchè vedono che è così che funziona. Un loro amico, con una canzone di merda diventa famoso in 24 ore, quindi vorrebbero che anche per loro fosse sempre così. Quei fenomeni sono effimeri, lo dimostra il fatto che ogni giorno c’è nè uno di nuovo per poi essere dimenticati tutti in breve tempo, diventano tutti dei disperati, 1 su 20 continua, gli altri finiscono nell’anonimato. Quindi sembra più facile ma in realtà non è così, la differenza potrebbe essere proprio quella.


Quindi diciamo che 20/30 anni fà, se eri bravo e ti facevi il culo, era più “facile” emergere.
Non era più facile, ma c’era la consapevolezza che dovevi lavorare duramente per ottenere un risultato e quindi ti applicavi, facevi un sacco di prove (come adesso d’altronde), bisognava darci dentro veramente tanto, adesso quella consapevolezza manca, ma c’è il desiderio di trovare la fama ed il successo immediatamente, altrimenti si molla e si cambia genere e/o obbiettivo, eliminando di fatto la famosa gavetta.
Andrea, il nostro chitarrista, ha uno studio di registrazione, e ci diceva che nello stesso anno è venuto lo stesso gruppo che prima faceva punk-rock, poi metal, poi indie e adesso trap. In pratica le provano tutte e questo perchè, come ti dicevo prima, c’è quel desiderio di raggiungere un qualcosa, ma non importa cosa. Mentre noi ci siamo innamorati del Punk-Rock, abbiamo sempre fatto Punk-Rock per amore senza nessuna velleità di diventare famosi. Era ed è tutt’ora così, e spero riusciremo a trasmettere dal palco questa nostra passione pura.


Alla nostra generazione son sicuro la trasmettete ancora, spero la trasmettiate ai giovani e giovanissimi, che comunque, girando per concerti, si vedono tra il pubblico. I più piccoli addirittura (e giustamente) con le loro cuffie antirumore in spalla al padre quindi …
…speriamo bene, la fiamma non si è spenta del tutto.

In un documentario sul punk italiano visto su youtube, qualcuno dice che suonare punk alla nostra età (perdonami il gioco di parole), si rischia di essere poco credibili, perchè a 40/50 anni non puoi trattare sempre gli stessi argomenti di 30 anni fa. Sei d’accordo?
Ma no, dal mio punto di vista lo spirito punk è continuare  a fare quello in cui credi, quello che ti piace, non è questione di carta d’identità ok ? Chiaramente Sid Vicious che sputa sulla folla ha un impatto molto più ribelle, rispetto a quello di Seby che sul palco è rispettoso del suo pubblico. Non puoi certo fare il Sid Vicious a 50 anni, questo è chiaro. Quindi per me questo discorso è fine a se stesso, come quelli che non reputano quello del musicista un lavoro, ma quello del minatore invece si. E’ solo una questione di spirito, se un’artista,  una band, sta bene sul palco, e ha qualcosa da dire e si diverte, per me può andare avanti finchè non sviene sul quel palco.

Il Punk come movimento è sempre stato inteso di ribellione, sia con manifestazioni pubbliche, ma anche sotto forma musicale. Oggi vedi ancora questa voglia di ribellione in quelle poche persone che possiamo definire punk ?
No, secondo me non c’è più questo ideale, parliamoci chiaro, per me lo spirito punk oggi è una persona che vuole fare quello che vuole, che fa quello in cui crede e che si sente libera di potersi esprimere come meglio crede, questo è lo spirito punk nel 2019. E’ inutile che stiamo qui a menarcela con rivoluzioni e cose varie, saremmo degli ipocriti, mentirei a me stesso, mentirei a te, mentirei a chi ci legge. Lo spirito punk è cambiato, c’è poco da fare, son passati più di 40 anni dall’inizio di quel movimento ed ora è inevitabilmente cambiato. Ora un punk è chi segue la propria strada e fa quello che vuole, se poi c’è una nota di ribellione ben venga, purchè sia onesta e genuina.


Mi traduci questo “onesta e genuina” ?
Nel senso che è troppo facile fare proclami per strappare un applauso durante un concerto ad esempio, quindi se fai proclami poi devi essere ligio e coerente.

Ci sarà un ritorno di ciò che è stato secondo te ?
Può essere, perchè no, l’abbiamo visto, tante cose nella vita sono delle sinusoidi, scendono per poi risalire e dopo una ventina d’anni è tutto da capo, quindi può essere che il punk ritorni alle origini, sia come popolarità che come spirito. Mai dire mai! La porta è sicuramente aperta.

Quello che invece la musica punk-rock, e quindi anche voi Derozer ha trasmesso (almeno a me personalmente) è essere sempre coerente con me stesso, fare sempre quello che penso sia nel bene che nel male, senza compromessi e senza leccate di culo. Questa cosa manca ai giovani d’oggi ?
Un pochino manca secondo me si, perchè, come l’esempio che ti ho citato prima della band che prova tutti i generi, dimostra proprio questo, che manca un po di coerenza. Adesso si vuole raggiungere l’obiettivo e lo si fa a qualsiasi costo  anche svendendosi. E questo lo vedi nei social, ragazzi che fanno sti video orribili, video che saranno lì per tutti la vita, ma pensa che questi, andando avanti, avranno una famiglia, avranno un figlio a cui dovranno spiegare come mai hanno fatto queste cose. Non so se mi spiego, mi sembra che la cosa più importante sia la fine, ogni mezzo va bene, a discapito della dignità, della resposabilità di tutto. questo è il grave pericolo.


Diamo la colpa a qualcuno ?
No, i tempi sono questi e bisogna farne i conti. Probabilmente se io avessi 17 anni adesso, sarei così. Ogni generazione è la prima che affronta quel periodo. Se avessimo la fortuna di tornare indietro nel tempo e rivivere gli anni 80, li rivivrei in maniera differente. Ma un ragazzino di 18 anni adesso, è la prima volta che affronta questa cosa, e nessun’ altro l’ha mai affrontata, quindi ogni generazione fa capo a se stessa. Noi possiamo dare dei consigli per evitare gli scogli più grandi, ma in realtà sono loro in mezzo a questo mare in tempesta. Non è facile!


Si può attribuire un minimo di responsabilità alla tv e a quello che ci costringono a guardare?
Guarda, quelli che “costruiscono” la tv sono quelli della mia generazione: redattori ecc.quindi secondo me la colpa è nostra, i padri di questa generazione. Cerco di spiegarmi; mia figlia ha 19 anni, durante il suo percorso scolastico siamo andati spesso a casa dei suoi compagni di classe. La mia sicuramente non è la famiglia più smart, più brillante del mondo, però a casa mia penso di avere 1000 libri, ho dispositivi per ascoltare musica con qualsiasi supporto: cassette, vinili cd, e tutta casa è sparsa di libri, arte, musica, quadri, insomma cultura. Siamo stati in case dove non c’e niente, nemmeno una foto ai muri…niente! Spoglie completamente. E qui ce solo il ragazzino che ha il telefono in mano dalla mattina alla sera, e per lui il  mondo è instragram, non guarda nemmeno più facebook perchè è da vecchi rincoglioniti, guardano instagram senza volume, quindi la musica non si ascolta, altrimenti i genitori si scazzano e il loro mondo è quello. Ogni tanto interrompono con la tv, che fa ancora più cagare di instragam. Il disastro è lì , quindi è colpa nostra, e colpa mia.


Spero tua figlia legga tutti i libri ed ascolti tutta la musica che avete in casa.
Assolutamente si

Visto che hai nominato instagram e facebook. Internet e social network: siete a favore? ne fate uso ?
Certo che si, anzi ti dirò di più, noi siamo stati tra i primi ad avere un sito internet in Italia, prima di quello di Vasco Rossi, di Ligabue, ma addirittura anche prima di quello della RAI e della FIAT e di questo c’è la prova provata che non sto raccontando fandonie. Quindi noi siamo da sempre dei sostenitori di questa tecnologia, della divulgazione, perchè anche questo è lo spirito punk. Internet potrebbe essere quello che ha sostituito le fanzine di una volta, ma con una comunicazione molto più veloce. Noi Derozer ci siamo appropriati immediatamente di questa possibilità.


Quindi direi non siete per nulla contro a questo
No, siamo contrari a come vengono usati ed interpretati i social network. Adesso una testa di cazzo scrive una roba su facebook e diventa legge, voglio dire, una volta c’era “l’ho sentito alla radio” poi “l’ho letto sul giornale”, poi “l’ho visto alla tv” e adesso “l’ho letto su facebook”. Ora la gente ha prurito al culo e prima di andare dal medico guarda su google, questo è un disastro ragazzi. Quindi non siamo contro a internet, ai social, siamo contro a come vengono utilizzati.

Ultimamente, anche grazie ad internet, va tanto di moda la musica trap. Che sia un male siamo tutti d’accordo, ma secondo te é un genere inventato a doc, o é musica figlia di questa nuova generazione?
Ma é assolutamente figlia di questa generazione. Questi non hanno mai ascoltato nessun tipo di musica, nascono in casa con una cultura povera, ecco perché riescono a fare ste cose. Come ti dicevo prima, io non sono nessuno per giudicare, ho 51 anni e non affronto i problemi di un 17enne, mi chiamo fuori da questa cosa, certamente non mi piace. Però ti dico una cosa: mi gira il cazzo quando lo associano al punk. NON ESISTE! La trap è un’altra cosa! Poi ci saranno altri a giudicare se è una merda o una roba figa, non me ne frega un cazzo, ma ragazzi, giù le mani dal punk! Il punk è il punk e la trap è la trap e tutti quei pezzi di merda che associano la trap al punk faranno i conti con me quando li troverò, attenzione a chiamare un tuo disco di merda punk o dire che sei un punk, io ti rompo il culo! Fatti i cazzi tuoi, stai a casa tua, stai sul tuo ed io sto sul mio. Se vieni a casa mia, te la devi vedere con me!
Credo non ci sia altro da aggiungere.

Un discorso che qui da noi (Veneto) è molto sentito in maniera negativa da chi fa musica: tribute bands.
Le tribute bands ci sono sempre state, anche quando abbiamo iniziato noi, ultimamente però è diventato un fenomeno incredibile, queste bands fanno degli spettacoli pazzeschi con scenografie da film, chiedono un sacco di soldi e richiamano una marea di gente. Io la reputo una cosa che cozza un pochino con la creatività se devo essere onesto, forse è un  qualcosa che ha a che fare più con il teatro, nel senso, vai a recitare questa parte che non è tua, suonando canzoni che non sono tue e alcune bands fanno quasi più gente dell’artista originale. E’ un fenomeno alla quale non so darti una spiegazione sinceramente.

Che sia un fenomeno di natura economica?
Sicuramente c’entra tanto il fattore economico, alla fine se nella tua vita fai il clone di uno, devi avere un qualche ritorno. O sei uno stalker o ti becchi qualche soldino.


Io sono assolutamente contro nel perdere la propria personalità per copiare qualcuno per soldi.
Lo so, ma vediamola come fossero degli artisti teatrali, degli attori, recitano una parte, fanno “qualche” soldo, per me va bene. Reputo molto più triste lo spettatore, il musicista è un teatrante, ma è un disperato chi va a vederli.


Quindi, secondo quanto dicevi prima, l’enorme quantità di pubblico a questi show può essere dovuto secondo te dalla mancanza di musica, quadri, libri nella propria casa?
Non credo, secondo me è un discorso di collettività. Mi spiego meglio, chi va a vedere la tribute del gruppo x o y, sa che lì troverà tutta gente amante di quell’artista, quindi si sentirà in una comunità. E’ quello che manca tantissimo in questo tipo di società: il senso di comunità. Inutile che diciamo sempre le stesse cose, in un condominio non si conosce praticamente nessuno, lavoriamo da 20 anni con una persona della quale non sappiamo un cazzo, neanche il nome o dove abita. Quindi manca questo senso di comunità, quello che magari si può trovare ad un concerto punk, o allo stadio. Queste persone che evidentemente non possono andare ad un concerto di V.Rossi (es.) o vanno a vederlo una volta l’anno, riempiono il loro vuoto attraverso dei cloni. Vediamolo come un fenomeno sociale di questo tipo.

Ho sentito nominare lo “stadio”. Frequenti ancora la curva del Menti? (stadio in cui gioca il Lanerossi Vicenza).
Il Menti lo frequenterò’ sempre, finchè non cadrò a pezzi. In curva non ci vado più da un paio d’anni, mi sono spostato di settore. Ho lavorato insieme con altri ragazzi e la società per avere un settore dedicato a chi, come me, si sente ancora ultras ma ha una certa età e non può più frequentare la curva. Perchè ormai la mentalità è leggermente diversa. Io rispetto e voglio un grandissimo bene ai ragazzi della curva sud di Vicenza  ci mancherebbe, è proprio per rispetto nei loro confronti che mi sono spostato. Quindi abbiamo creato un’area nel settore nei distinti dove siamo circa 300 cinquant’enni, tutti ex della curva sud, dove ci godiamo la partita, quando vogliamo facciamo un coro, quando non vogliamo non lo facciamo, ci beviamo 4 birrette, 4 chiacchere, guardiamo la partita e andiamo a casa.


E di questo calcio che ormai si gioca più nei tribunali, cosa ne pensi ?
Il calcio di adesso fa cagare, ma chi se ne frega, io allo stadio non ci vado per il calcio, se fosse per quello avrei smesso di andarci 20 anni fa. Chi fa ancora battaglie per il calcio moderno ha rotto i coglioni, stia a casa, vada a vedere il rugby che è uno sport bellissimo, il calcio è una merda, nessuno di noi va allo stadio per il calcio ma ci va per il senso di comunità. Io lo frequento perchè trovo gli amici che ho conosciuto lì 40 anni fa e che vedo solo lì una volta ogni 15 giorni, vado per questo, per l’odore dell’erba, per bere una birra con Bruno, Paolo, ecc., del resto non me ne frega un cazzo.

Ultima domanda, poi ti lascio andare a preparare per lo show:
Come ti vedi tra 20 anni ? (oltre a fare il tour dei 40 anni di alla nostra età).
Non ho idea, spero di essere in ritiro in Liguria o in qualche posto tropicale, stare lì a spendere il resto degli anni della mia vita in serenità e tranquillità. Niente tour dei 40 anni, visto che per i Derozer sarebbero 50 anni… la vedo dura!

Seby, io ti ringrazio infinitamente per questa bellissima ed interessante chiaccherata, e ti faccio un grandissimo in bocca al lupo per lo show di stasera che sicuramente spaccherà!
Grazie a te Dani, faremo di tutto per non deluderti. Un saluto a tutti i lettori di Punkadeka.it, alla prossima.
Ciao!

2 comments
  1. Interessante chiacchierata, ma a me fa sempre un po’ sorridere un’intervista in cui si parla più volte di cultura e poi chi scrive il pezzo manco sa l’italiano…

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