Daniela, aka HYDE ILLUSTRATION: Odditorium – il libro e quattro chiacchiere con l’autrice

3 Aprile 2023

Odditorium è il libro d’esordio dell’illustratrice e grafica Daniela Ballone, in arte hyde.ink, edito da Sabir Editore. Si tratta di un approfondimento illustrato sulle figure dei freaks, i cosiddetti fenomeni da baraccone, i quali, non senza difficoltà e sofferenza, sono riusciti a trasformare le proprie atipicità in punti di forza, salvandosi da una società che li abbandonava a se stessi. Gli otto capitoli, ciascuno dedicato ad una specifica peculiarità (chiome fluenti, uniti per sempre, pelle degna di nota, abilità straordinarie alcuni tra i capitoli), sono descritti ed illustrati dalla sapiente mano di Dani, alla quale ho fatto un paio domande per farci accompagnare dall’autrice stessa nei meandri di questo mondo.

Ciao Dani, grazie di essere qua con noi. Raccontaci del perché della scelta di questo tema e di questi soggetti. Che significato hanno per te?
Ciao, grazie per questo spazio che avete deciso di dedicare al mio progetto!Ho iniziato a interessarmi a questo argomento dopo aver letto il libro “Storia dei Freak. Mostri come noi” di Omar Lopez Mato, un dottore argentino.Mi sono imbattuta in questo titolo sfogliando alcuni volumi in una libreria mentre ero in vacanza nel 2013: ha catturato la mia attenzione prima di tutto per le immagini e poi per il modo semplice, senza pietismi né morbosità con cui le storie, le curiosità e le nozioni legate all’aspetto medico/scientifico relative alle diversità fisiche di queste persone venivano raccontate (con competenza, essendo l’autore un medico).

Mentre lo leggevo l’interesse verso queste persone, le loro vite e le loro abilità cresceva e con essa anche la mia ammirazione nei loro confronti. Ho deciso quindi di approfondire la ricerca, raccogliere più informazioni e più immagini perché volevo saperne di più per poter realizzare un ciclo di illustrazioni sul tema, ritraendo quelli che più mi avevano colpito.

Questa è la premessa necessaria per spiegare che questo libro non è nato per essere…un libro, ma lo è diventato in seguito.
Come è nata l’idea di mettere tutto su carta e che sensazione si prova a vedere il proprio nome stampato sulla copertina di un libro?
Essendo io un’illustratrice il mio intento iniziale era di limitarmi a disegnare. Mentre preparavo la prima versione di una selezione di circa cinquanta ritratti (per farne un’esposizione), mi sono però resa conto di due cose.La prima è: le sole immagini non erano abbastanza, non esprimevano tutto quello che ritenevo importante comunicare, riguardo le persone ritratte. Ho deciso quindi di riprendere tutte le informazioni che avevo assimilato durante la ricerca e ho realizzato una prima stesura del testo, per arrivare alla forma finale di una fanzine illustrata. È stato un lavoro estremamente faticoso, sono un’illustratrice e scrivere non è il mio lavoro.Però, una volta finito di redigere il testo, mi sono resa conto che avrebbe potuto diventare qualcosa di più.

Inoltre, la seconda cosa di cui mi sono resa conto è che un libro del genere in italiano non esiste, io lo comprerei, dunque andava fatto 🙂

Quindi, ho deciso di rivolgermi a una professionista che mi potesse aiutare a rendere la lettura gradevole (ne approfitto per ringraziare Serena Fogli per il preziosissimo intervento e l’ottimo lavoro svolto sul mio testo originale) e di iniziare a proporlo a qualche casa editrice.

Sabir Editore (che ha pubblicato anche l’autobiografia dei Bad Religion, tra le altre cose) ha accolto l’idea con entusiasmo, realizzando un volume bellissimo di cui vado molto fiera.
Spesso ti cimenti in illustrazioni di volti noti del punk rock e visto che stiamo chiacchierando sulle pagine di Punkadeka, ti chiedo: come è iniziata la cosa e a chi di loro vorresti idealmente consegnare di persona un tuo disegno?
Nei miei progetti personali lavoro su argomenti che mi sono cari e che fanno parte dei miei interessi, tra i quali la musica è sicuramente uno dei più importanti.La serie di ritratti (punkrock, ma anche di “icone” di altri generi o ambiti, perché i miei gusti sono vari e non mi piacciono le classificazioni) è iniziata senza una particolare programmazione o premeditazione, semplicemente disegno quello che mi ispira e sono felice quando i miei lavori incontrano il gradimento degli altri al punto da ricevere commissioni che fanno “continuare” la serie.È stato una naturale evoluzione, parallela a quella dello sviluppo di quello che oggi considero il mio stile, che si “sposa” bene con soggetti come le rock star.

Riguardo l’idea di consegnare un mio disegno a qualche grande della storia del punk rock, sarebbe bello poter regalare a Greg Graffin una copia del suo ritratto (e in verità ho un appunto sulla scrivania da anni che mi ricorda la possibilità di spedirgliela all’università dove insegna, ma non ho ancora preso l’iniziativa), oppure una copia del mio libro a Joey Ramone, sono quasi sicura che gli sarebbe piaciuto. I Ramones sono anche citati nella biografia di una loro conoscenza, Schlitzie il Pinhead 🙂