Continuo a pensare che la scena streetpunk sia in fermento ed in una fase creativa incredibile, affermazione che farà storcere qualche naso, ma che troverà conferma con il nuovo lavoro dei Diario di Bordo, un disco che lascerà chiunque a bocca aperta.
Già sti giovani mi piacevano parecchio dopo il disco d’esordio, fatto di punk stradaiolo vero e stupendo, ma ragazzi qui siamo davvero ad un altro livello, non parlo di attitudine che è sempre solida come la roccia, parlo di come hanno deciso di affrontare questa nuova avventura staccandosi dalla zona sicura fatta di suoni conosciuti e collaudati per tuffarsi ad occhi chiusi in nuove melodie ed arrangiamenti curati e ricercatissimi, quasi sperimentali dato che parliamo di testi duri come l’asfalto, che hanno bisogno di essere supportati da note pesanti, per fare un esempio nella parte finale del disco troviamo quanto sto scrivendo, con quella “Lady Spleen” che oltre essere un gran bel testo è forse il pezzo musicalmente più lontano dai loro canoni, e poi sentire addirittura un delicato pianoforte nell’ultima traccia che anticipa un’esplosione di chitarra; quindi con gran coraggio ed un pizzico di follia hanno fatto a mio avviso un lavoro sublime, non solo bilanciando perfettamente ogni nota ed ogni stacco, ma anche facendo convivere diverse ispirazioni, senza togliere aggressività ne tantomeno nascondendo la rabbia che impregna ogni singola sillaba, se fossi bravo ad esprimermi probabilmente riuscirei a spiegarla meglio, ma basta dire che ho avuto la pelle d’oca e la voglia di urlare per 30 minuti buoni; soffermandomi un attimo su capolavori di nostalgia ed amicizia sincera come “quei soliti kidz” e “dentro una sporca canzone”, pezzi che adoro e decisamente antemici che mi hanno stritolato i sentimenti, non voglio offuscare altri pezzoni come “la cerchia dei dannati” e “cuore bandito”, e mi sento di dire che siamo di fronte ad un disco vicino alla perfezione, quasi un concept sulla vita stradaiola, o meglio ancora un racconto di ciò che è stato e ciò che ci aspetta, dalle rose ai crisantemi per l’appunto, sono 10 gemme preziose e per questo curate come se fossero vive.
Registrato da Leo Kaizoku presso il No Brushing Dolls e lo Studio Beta, mixato e masterizzato da Giò Bottoglia presso l’Indiebox Music Hall, artwork by Francesca Vecchio, grafiche di Zim, foto di Federica Sangiorgi del Dagon Studio, traduzioni di Deste.
tracklist:
01A. rose e crisantemi
02A. nonostante tutto
03A. antisocial
04A. la cerchia dei dannati
05A. quei soliti kids
06A. cuore bandito
01B. fuoco negli occhi
02B. dentro una sporca canzone
03B. Lady Spleen
04B. al di là del buio
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