NO USE FOR A NAME

E’ una giornata uggiosa quella che accoglie per l’ennesima volta i NO USE FOR A NAME a Milano, e per l’ennesima volta è il Musicdrome (ex-Transilvania) lo scenario del loro eccezionale show.
b>NO USE FOR A NAME + FAR FROM FINISHED @ Music Drome (Milano) 21-04-08

Questa nuova comparsa in Italia della band targata FAT WRECK è finalizzata a promuovere il nuovo disco “THE FEEL GOOD RECORD OF THE YEAR” uscito lo scorso 4 aprile.

Ad aprire le danze verso le 21:30 scarse sono i FAR FROM FINISHED, band proveniente da Boston, e già questo può bastare per capire che tipo di show ci attende.

Infatti i cinque ragazzi, capeggiati dal frontman Steve, ci allietano con mezz’ora di punk-rock coinvolgente sulla scia di Dropkick Murphy’s e Real Mckenzies, e se di fiati e cornamuse non ce ne è nemmeno l’ombra sul palco, il tastierista riesce a sopperire egregiamente a questa mancanza.

Il pubblico non tarda a reagire all’energia della band e mostra anche di conoscere alcuni dei pezzi presenti in scaletta, estratti in gran parte dall’ultimo album “Living In The Fallout” pubblicato sotto Think Fast! Records.

Davvero piacevole ed emozionante la semi-ballata “ The Bastard’s Way ” egregiamente interpretata da Steve.

Sono le dieci passate quando, con un po’ di sudore e birra già colati sul pavimento del Musicdrome, i Far From Finished lasciano spazio ai più rinomati compagni di tour.

E da lì a poco sarà il delirio totale. Ogni colpo di cassa sarà una martellata alle nostre teste, ogni riff di Matt una mitragliata ai nostri cuori. E poi ci sarà Tony Sly, il solito di sempre, anche se il vecchio “cap” portato all’indietro (vedi INDIPENDENT 2000) è stato sostituito da un modello più classico e posato.

3-2-1 e si parte. Il brano d’apertura “Biggest Lie” è lo stesso che introduce il nuovo album (dal quale verranno estratte anche “I Want To Be Wrong” e “Under the Garden”) e per potenza non ha nulla da invidiare alla successiva “Not your savior”.

I quattro ragazzi si mostrano divertiti durante lo show e non fanno avarizia di salti, cori e “siparietti” vari in perfetto “melodic HC style”.

Inutile soffermarsi troppo sull’atteggiamento dei molti ragazzi presenti (circa 700!), perché il coro di critiche espresse sugli ultimi due album si scioglie come la neve al sole a favore di un più datato “circle-pit”.

Così brano dopo brano i NUFAN ci snocciolano una scaletta direi quasi perfetta, in cui i brani tranquilli delle nuove produzioni non trovano spazio sostituiti dai classici di un tempo, quali “Soulmate”, “Justified black eyes”, “The anwer is still no”, “Invincible”, “On the outside” solo per citarne alcuni.

I NO USE FOR A NAME si dimostrano quindi in grandissima forma e dopo i canonici 5 minuti di pausa ritornano sul palco per concludere il loro set proponendo tra le altre “Let me down”, “International You day”, “Fairytale of new york”, dove il bassista si esibisce in un coro “simil-femminile” in puro stile Cugini di Campagnia, e “Don’t Misse the train”.

Difficile trovare facce corrucciate all’uscita del Musicdrome a dimostrazione del valore della performance dei NUFAN, un ora e mezza di rara intensità e che mi ha fatto tornare indietro di quasi un decennio. Imperdibili.

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