“Senza amor non vale nulla” #2 di Andrea “Capò” Corsetti

Rieccoci di nuovo qui, sempre a parlare ostinatamente del nostro vecchio e caro Rumore dal nome Hardcore, questa volta nello specifico dei Sud Disorder, quartetto di consumati compagni e amici del tarantino, che se ne tornano dirompenti con un fresco nuovo vibrante full-lenght di pura vecchia scuola italiana, a distanza del precedente lavoro “Città Deserte” ed un -per fortuna- breve periodo di pausa! Verace disco che vede la luce grazie alla locale Dischirozzi ed alla torin(ista)ese Motor City, e distribuito poi in terra tedesca dalla DeWe Records.

Si spinge il triangolino del ‘play’ e 1,2,3 si parte! Squilli di tromba -è proprio il caso di dirlo- e si comincia a razzo con l’adrenalinica “Oltre i confini” con un anthemico ritornello melodico che ti si stampa in testa e non se ne va! E poi a ruota è la volta di “Così distante”, brano mid-tempo di hc groovoso ed avvolgente, il cui titolo non può non rimembrarci i meneghini Sottopressione. A seguire poi “Con o senza di te” infarcita da fendenti riff di chitarra che mi riportano ai migliori Propagandhi! E di nuovo “Cenere”, col poderoso featuring ‘di casa’ di Luca Carne / Hobophobic.
Partecipazione esterna che, a dir la verità, non sarà isolata ma che invece vedrà alternarsi ai microfoni anche Sabino ex Bellicosi / Titor ne “Il gioco dei morti”, Eugenio Bull Bridade / Banda Del Rione in “Senza amore non vale nulla” ed Enrico dei fratelli di Taranto SFC in “Poison city iron front”, brano da cui è estratto pure il primo trascinante video estratto dall’album; forse per certi versi, a mio modesto parere, il pezzo più toccante perché più rappresentativo!
Testo impegnato narrante gli arci-noti problemi socio-ambientali che attanagliano quella terra, il Golfo di Taranto, e il fiero attaccamento di chi va, di chi torna e di chi resta. Ed il messaggio della band resta intatto durante tutta la durata del disco; quell’ostinata “mentalità”, quella resistenza hardcore, quella voglia di gridare ancora “NO!” a questa società, in tempi che la pandemia a reso ancor più cupi e difficili. Dulcis in fundo l’immortale cover degli iconici Maestri eighty’s Kina “Questi Anni.” Brano, questo, che mi riporta con gioia ai felici tempi ante-covid del ferrarese “Distruggi La Bassa Fest 2019” quando -dopo esser sceso dal palco (questa volta coi Razzapparte!) ed esser sopravvissuto ai poghi furiosi di Plakkaggio HC & Vitamin X- mi ritrovai di nuovo on stage gomito a gomito proprio col prode Gigio ed altri cinquanta indemoniati, a cantarmela a squarciagola durante l’esibizione dei Valdostani! Tralasciando i dolci/amari ricordi della vita pre-virus, da menzionare sicuramente l’originale capacità dei Sud Disorder di padroneggiare e riadattare a proprio modo un altrui brano, come d’altronde già fecero al viterbese Tuscia Hardcore Fest del 2016, quando se ne uscirono, con grossa sorpresa di noi presenti, con una particolarissima (per non dire divertente!) cover de “Gli spari sopra”, ri-arrangiata in una sublime versione Vasco-trash-punk!

Andando al sodo per concludere, tradizionale e passionale italian hardcore old school che è sempre un piacere; azzeccato misto di tupa-tupa & sing-a-long a profusione! Un disco specificatamente identitario di una realtà ormai consolidata; solare, caldo, oserei dire “Jonico” (ma d’altronde con membri hophobici & Inganno non potrebbe essere altrimenti!), come a rimarcare con orgoglio le proprie fiere radici! Una scena, quella pugliese, che trasuda impegno ed attitudine, e da cui il punk-hc autoprodotto attinge da decenni, partendo dal salentino Maizza Fest negli anni ’90, per passare agli anni ’10 nelle masserie autogestite con Rozz Fest & Lecce Hardcore, fino al più recente Bari HC dell’ex Caserma Occupata! Supportate dunque il do it yourself, l’italica vecchia scuola punk-hardcore e, per restare in tema, stappatevi una birra Raffo per ascoltatevi quest’ennesimo capitolo ad alto volume, con le orecchie ma soprattutto col Cuore.

Capò

Andrea “Capò” Corsetti(il turco) Attivo nella scena dal 1996 con la sua etichetta RA Records con oltre 55 (co)produzioni, ha suonato la batteria con Flopdown, Razzapparte, Tear Me Down e tuttora coi Neid. Ha inoltre scritto la fanzine “Play Fast Or Die” dal 2004 al 2009 ed i libri “Viterbo Hardcore – 20 anni di punk nella Tuscia” (2013) e “Schegge di rumore – Storie di hardcore italiano negli anni ‘90” (2020) insieme a Monica RageÀpart.
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