La Lotta Non si Ferma! (Assago, 28/10/21)

Ho fatto passare troppo tempo per questo live report, purtroppo il tempo mi manca e non ho potuto fare prima, e sempre purtroppo i dettagli sono sbiaditi, ma per fortuna alcune cose restano nella testa, come l’importanza di una serata del genere, troppo poco partecipata sia per il significato che per le band sul palco.
Arrivo ad Assago abbastanza presto perché oltre alla partita dell’Olimpia inizia anche quell’oscenità di x-factor, prodotto da quel che ho capito dalla stessa agenzia che ha licenziato in tronco i 5 attrezzisti, motivo per cui ci troviamo nel buio e freddo parcheggio del Forum questa sera, ci sono diversi gruppi in scaletta e quando parcheggio siamo già in collegamento con i lavoratori del GKN di Firenze, la chiacchierata va avanti per diverse decine di minuti tra un applauso ed un pugno chiuso; incontro subito Luca che mi spiega come si fanno le fotografie (grazie amico, ti devo 100 favori) e che i suoi Zheros sono saltati, così come i Sempre Peggio che avevo proprio voglia di vedere, ma pazienza, il piatto resta comunque ricco e tra una birretta e qualche stronzata sparata per scaldarsi iniziano i Biscotti Biscotti, gruppo che non mi ha rapito particolarmente, il problema fondamentalmente è mio che non li ho capiti, non è il mio genere, ma a giudicare dagli applausi hanno un discreto seguito, a loro va dato il merito di aver aperto la serata.
Salgono i Boogie Spiders, terzetto con il quale ho chiacchierato ad inizio serata e che sprigiona energia da tutti gli accordi, non li avevo mai sentiti ma spaccano abbestia e coinvolgono parecchio, molto bravi sia con gli strumenti che nel tenere il palco, un set che ha scaldato il piccolo gruppo di ragazzi presente nel pit/parcheggio e che mi ha convinto a seguire meglio sto ragazzi. Salgono i Carbonara, ipertecnici che il mio amico Errico di Rockmetalpunx ha definito qualcosa del tipo “prog metal psichedelico”, molto bravi, molto urlanti, a differenza di prima i ritmi rallentano ma sono comunque tutti presi a seguire la band, che dopo circa 20 minuti di set se ne esce con “ok, questa era la prima” (lol).
Piccolo cambio palco e salgono i Sud Disorder, l’aria è gelida ma il calore dei tarantini è simile ad un incendio, Gigio salta come un forsennato ed inizia qualche piccolo contatto che si può chiamare timidamente pogo tra gli eroi rimasti. I ragazzi sono in grandissima forma, pescano da “città deserte” e dal nuovissimo “senza amor non vale nulla”, che i giovani in maglietta a maniche corte cantano a gran voce, e danno giù legnate punk-hardcore senza una pausa, roba che ti insegna come stare al mondo, mentalità.
Di giovedì sera a Milano non credo si poteva pretendere di più come partecipazione, ciò non toglie che chi c’era ha fatto una buona cosa e si è goduto una bella serata non solo musicale, e chi si è alternato sul palco ha fatto egregiamente il proprio dovere dando tutto.

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