LESS THAN JAKE: In with the out crowd

Questa probabilmente è la recensione che non avrei mai voluto scrivere. I Less Than Jake mi accompagnano da quando ho circa 14 anni e da sempre hanno colorato i miei giorni con il loro skacore. E’ inutile dirlo che erano uno dei miei gruppi preferiti e mi sembra ieri che li andavo a vedere all’Extrema Days Festival di Udine (sapete quante ore di treno di notte sono da Roma?!) insieme ai Vandals, uno dei concerti più belli della mia vita.
Due mesi fa solamente li ho rivisti per la quarta volta con i Dropkick Murphys e ho trovato una band in ottima forma che on stage ha fatto un signore show alternando pezzi tratti da “Anthem” e pezzi storici tratti da “Losing Streak”, “Pezcore” o dal capolavoro “Hello Rockview”. Uno show esemplare in cui la band si è divertita e ha fatto divertire tutto il pubblico, anche i più scettici sul loro conto.

Mai e poi mai mi sarei aspettato che il loro nuovo disco fosse una schifezza simile. Grandi timori nutrivo anche per “Anthem” per il loro passaggio su major, timori fortunatamente infondati poiché in quell’album, sebbene non fosse il migliore della loro carriera, dimostrarono di essere una signora band in grado di produrre ottima musica. Canzoni come “Look what happened” o “Escape from the a bomb house” ne erano la riprova. Le uniche canzoni un pò sotto la media erano appunto i singoli ma per il resto non avevo visto cali evidenti. Anche la raccolta delle B-sides incise per “Anthem”mi avevano fatto ben sperare, anzi per certi versi quasi tutti i pezzi meritavano di essere presenti sull’album.

Non riesco a capire questo calo verticale della band se non in un’ottica di svendita completa della passione verso questa musica. Sappiamo tutti che quando si passa su major le pressioni sono maggiori (sennò perché major eheh) e che si è purtroppo vincolati a quello che vogliono i grandi manager. Se in “Anthem” erano riusciti ad evitare ciò, questa volta purtroppo no.

Il disco sia ben chiaro contiene ottime canzoni: orecchiabili, melodiche, poppettose ma proprio per questo una grande rottura di scatole. I fiati potevano pure evitare di essere presenti visto che il loro peso all’interno delle canzoni si aggira sul 1-5%. Un disco che ricerca la radiofonia a discapito della qualità. Anche la registrazione ultra patinata non aiuta la loro causa verso i fan di vecchia data, le loro canzoni potrebbero far da colonna sonora a cartoni animati come “Kiss me lucia” o simili nulla di più.

Pensare che i Less Than Jake abbiano perso il loro talento è assurdo, pensare che si siano svenduti è gia ben più plausibile. Cercano di riciclare i classici ritmi che li hanno resi famosi risultando a volte comici e il più delle volte patetici. Molto probabilmente questo disco li porterà ad avere ottime recensioni sui grandi magazine perché indubbiamente per una major è un disco assolutamente vendibile. Per chi come noi ama questa musica col cuore e non ragiona per logiche di mercato questo disco può essere considerato solamente una porcheria. Porcheria ottimamente confezionata ma sempre porcheria.

I Blink 182 pure fecero la loro medesima carriera ma quantomeno una sorta di dignità la hanno sempre saputa mantenere, nei loro dischi almeno qualcosa di buono la si poteva tirare fuori, da “In with the out crowd” ci puoi tirare fuori al massimo un freesbee per giocarci al mare tra amici, nulla di più.

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