NH3: Hate and Hope

Definire esponenziale la crescita degli NH3 sarebbe troppo riduttivo, li seguo non da tantissimo, diciamo dall’uscita di “Eroi senza volto” del 2011, e da allora è stato un vortice evolutivo pazzesco che li ha portati a diventare un nome importante nel vasto panorama SkaCore. Con “Hate and Hope” cambiano decisamente passo rispetto al passato, anche il più recente e sfornano un disco che ha un sound ed una carica emotiva fatti per sfondare le casse, per entrare anche nei cervelli più blindati, per far saltare il pubblico dei grandi festival europei e far esplodere i piccoli club di periferia, i testi per loro sono sempre stati importanti, utilizzano il canale della musica ballabile, divertente, da circle pit per lanciare un messaggio chiaro e preciso ed anche qui troviamo 13 proiettili che toccano argomenti delicati e trattati troppo spesso con superficialità o peggio ancora disprezzo dalla gente.
Hate and Hope, odio e speranza, due parole che divise fanno un discorso a se e vanno ognuna per la sua strada, ma loro le mettono assieme per dar voce agli ultimi, a quelli che nessuno vuole vedere sotto casa propria, cercano di spalancare gli occhi di chi vede il mare solo come sfondo per gli autoscatti, vi cascasse il cellulare in acqua, si scagliano contro chi predica pietà senza sapere cosa sia, mi piace questo gioco di contrasti che si trovano un po ovunque, e la loro vena combattente pulsa come non mai, senza mai fare un passo indietro, con il cuore gonfio d’orgoglio sventolando i colori della squadra del quartiere che non vincerà mai niente ma è la squadra più forte del mondo. Nei testi, intelligenti e mai banali, poetici ma diretti e senza fronzoli, che restano in testa come se fossero vecchi slogan HC, esce l’essenza della band, che non si risparmia ad esprimere i propri concetti senza la paura di colpire troppo forte, antifascismo (…nessun’alba è dorata….) e antirazzismo, solidarietà, amicizia vera e sincera, di quella che se ne vede poca in giro, difesa dura dei più deboli e se state bene attenti sentirete anche Jurij Gagarin. Andando ad analizzare tutte le tracce e tralasciando per un momento i testi, al primo ascolto mi sono chiesto se erano davvero loro, non che prima non sapessero suonare, anzi, ma ovviamente l’esperienza maturata in questi anni fuori dall’Italia li ha portati a produrre un suono più completo ed imponente, sempre più personale e dalla forte impronta “europea”, non so se riesco a far passare il concetto, riescono ad alternare riff lancinanti di puro e granitico punk/HC con il più ballabile skapunk di rancidiana memoria (quanto adoro la tastiera del mio tastierista preferito Veggent in Old School Attitude) e poi di nuovo sfuriate violentissime di SkaCore, veloce, aggressivo ma nello stesso tempo preciso con dei cambi di ritmo da paura (ascoltare ad esempio “nella bocca del lupo”) e ballabile allo sfinimento, gli arrangiamenti sono estremamente curati ed ogni pezzo è stato strutturato in modo da far rendere al meglio il testo.
Disco dell’anno? Si! Per me ha tutto il potenziale per diventarlo, qualità incredibile in tutto e attitudine da vendere, sette cuori in un’ anima sola pronti a tutto pur di far entrare nella testa di chi ascolta il loro messaggio.

Uscito in Italia su Indie Box e in Germania, Austria e Svizzera su Long Beach Records Europe
Registrato, mixato e masterizzato presso l’Indie Box Music Hall di Brescia (Italy)
Musiche: NH3
Testi: Simone Gabrielli (eccetto ovviamente “Bella Ciao”)
Artwork: Ueda Marchionni & Jonata Canapeti
Foto: Edoardo Serretti

tracklist:

01.Qualcosa di Meglio
02.No Borders (feat. Simon -The Prosecution-)
03.Berlin calling
04.La nuova tratta degli Schiavi
05.L’odio
06.Old School Attitude (De Veggent -RedSka- tastiera)
07.SSCS
08.Un passo indietro mai
09.Nella bocca del lupo (Eusebio Martinelli -Eusebio Martinelli Gipsy Orkestar- tromba)
10.Bella Ciao
11.Il vaso di pandora
12.Una scelta diversa
13.L’ironia della sorte (Emanuele “Jesus” Randon -Talco- Banjo)

In tutti i pezzi Daniele “Troy” Cherubini (Radio Babylon/RedSka) alla T-Bone

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