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Punk Rock e DIY: intervista ai SINNERS SQUAD

In occasione dell’uscita del nuovo album “Fulltime Loser” (prevista per il 16 febbraio prossimo), abbiamo scambiato due parole coi Sinners Squad, punk rock trio lucchese.

Ciao ragazzi, presentatevi per chi ancora non vi conoscesse.
CIAO! Siamo i Sinners Squad, punk rock da Lucca – Walled City, attivi dal 2017 e in procinto di far uscire il nostro secondo disco “Fulltime Loser”.

Il vostro nuovo disco, “Fulltime Loser”, uscirà a febbraio: parlateci della sua composizione.
Le prime tracce del disco nascono durante il lockdown del 2020, quasi più per riempire le giornate che con l’idea di farne un album; forse anche per questo alcuni brani sono più personali e quasi introspettivi, perché stare con se stessi era banalmente l’unica cosa possibile in quello specifico momento.
Stranamente, per una volta, diversi testi sono arrivati già prima della musica, come fossero riflessioni e bilanci generali.
Quando abbiamo potuto tornare a provare tutti insieme abbiamo iniziato a dare una struttura reale ai giri, e ha cominciato a delinearsi una linea comune fra i vari brani che piano piano ci ha fatto pensare di incidere il disco effettivo. Com’è normale diverse cose sono state scartate, abbiamo tenuto quello che per noi rappresenta il meglio di quei 2-3 anni.

 

Il DIY è una prerogativa del punk rock e dell’ Hardcore. Quale è la vostra posizione a riguardo? Come mai, secondo voi, le etichette stentano sempre di più a produrre band che con un po’ di rilevanza potrebbero farsi conoscere con più ampio raggio?

Per noi il DIY è soprattutto etica e attitudine nel portare avanti tutto quello che gravita intorno alla scena, che si tratti di organizzare un evento (grande o piccolo che sia) o andare a supportare una serata (grande o piccola che sia) macinando chilometri.
Il problema che affrontano le etichette penso sia il solito che affrontano i gruppi, per quanto in modi e misure diversi: banalmente i costi. Stampare (soprattutto in autonomia) un vinile è praticamente un suicidio, e anche i CD non scherzano. A quel punto si è costretti a fare delle scelte riguardo alle band che si possono produrre, e magari la scelta ricade sul gruppo affermato che, in qualche maniera, può essere un modo per rientrare delle spese senza andare ogni volta in rimessa.
Certo… In questo modo si lasciano indietro nuovi gruppi potenzialmente interessanti (o comunque si ritrovano sempre a suonare in un circuito di amicizie o poco più); si potrebbe allora magari ripensare la logica delle produzioni/distribuzioni e pensare a delle forme digitali che abbatterebbero i rischi per le etichette, aprendo allo stesso tempo le porte a un numero maggiore di band. Oppure si potrebbe ragionare sempre di più in una direzione di co-produzione fra labels, non so.
Ma si potrebbe continuare a ragionare all’infinito, e probabilmente non si arriverebbe mai a una soluzione definitiva (o quantomeno una che accontenti tutti).

 Come è nata l’idea di formare i Sinners Squad?
Nasciamo appunto nel 2017 e, chi più chi meno, suonavamo/suoniamo in altri gruppi (Tondino bOi!s, New Real Disaster, Porcile…) e gravitiamo in diverse realtà musicali della zona (Toscana Punk Rock, Situation Degenerates…); l’idea era quella di suonare punk rock senza porsi troppi limiti in termini di sottogeneri, categorie o altro.
Dopo qualche rimaneggiamento di formazione arriviamo ad oggi, e l’idea rimane sempre la stessa.

Parafrasando il titolo del vostro primo album, vi sentite perdenti a tempo pieno?
Eheheh, di vittorie sicuramente ne abbiam viste poche..! Al di là delle battute… Fulltime Loser è la rappresentazione di tutte quelle sconfitte patite e sofferte che, vuoi o non vuoi, alla fin dei conti sono sempre molte (a volte troppe) di più rispetto alle vittorie.
Con questo non c’è di certo la volontà di abbracciare un culto della sconfitta, piuttosto una presa di coscienza (complice forse anche l’età che avanza) di quanto possano sopraffarci gli eventi, di quanto a volte possano cadere nel vuoto anche le grida più rumorose.
Questo, ovviamente, senza mai togliersi il diritto di arrabbiarsi e urlare senza necessariamente proporre un’alternativa, una soluzione, ma solo perché si sente la necessità di farlo.
Ecco, questo per noi è il concetto di “fulltime loser”.

 Venite da Lucca, una città controversa all’interno della quale è tutto tranne che semplice portare avanti determinate idee e suonare determinati generi musicali ma, nonostante questo, scrivete canzoni in onore di essa. Quale è il vostro rapporto con la vostra città?
Sì, sicuramente Lucca non è la più facile delle realtà; non solo a livello ideale/ideologico ma anche pratico, mancano gli spazi, mancano i luoghi. È una città che è un paesone, una città che si crogiola nel suo conformismo e che vive sulle sue certezze vere o presunte: in un punto diciamo che il futuro più roseo che puoi avere qui è un posto in fabbrica. Lungi da me denigrare chi lavora in fabbrica, anche io ci lavoro; però quando quello diventa l’obiettivo unico della vita, allora forse c’è qualcosa che non funziona.
Nonostante questo, la città dove si nasce è parte di noi, di quello che siamo, forma il nostro carattere, che ci piaccia o meno. E quindi… I’m Walled City till the day I die, ad ognuno stabilire se sia un bene oppure un male.

Quale è la canzone che preferite di “Fulltime Loser”?
Qui le opinioni sono differenti però ecco, dovendo scegliere ci sarebbero sicuramente Fulltime Loser, Broken Kids e Better Off Dead.
Beh, sicuramente ci sarebbe anche Walled City, ma di quella abbiamo già parlato.

Quale è stato il vostro concerto che vi ha lasciato più soddisfazioni?
Oddio, sceglierne uno solo è abbastanza difficile in effetti… Diciamo però che il Bunker a Torino (con Plakkaggio e Middle Finger) e all’isola d’Elba (con Grade2 e Gasse) sono due eventi che ricordiamo sempre con molto piacere.

 

Cosa dobbiamo aspettarci per la promozione del vostro nuovo disco? Avete già qualcosa in ballo?
Il disco uscirà il 16 febbraio; il 17 coglieremo l’invito che ci ha fatto Damiano Costantini (grazie!) per suonare a Bottega 26, insieme ai Giuda e ad altre band.
Ne approfitteremo per presentare il disco e più avanti chissà..!

ARTWORK BY NINO MOTORCITY PRODUZIONI

 

A breve pubblicheremo una recensione di “Fulltime Loser”, nell’attesa ascoltatevi nuovamente i due singoli estratti Walled City Broken Kids.

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