Quattro chiacchiere con GLI ULTIMI su SINE METU

Ciao ragazzi e bentornati su Punkadeka, come state? 
Ciao Matt, innanzitutto grazie a te e a tutto lo staff di Punkadeka per il solito supporto. Noi tutto bene…belli carichi e speranzosi di non aver dato risposte troppo lunghe e noiose!

State per uscire con un nuovo disco, e dopo averci caricato l’hype con “Tutto Sbagliato” e “Favole”, siamo tutti in attesa di sentire come sarà il vostro nuovo lavoro, parliamo un po di come è nato. 
Grazie mille! Con “Tutto Sbagliato” e anche “Favole”, il secondo singolo, abbiamo avuto un sacco di riscontri positivi e questo ci ha fatto veramente molto piacere. Ad essere onesti, prima di fare uscire i pezzi nuovi, un po’ la tensione la sentivamo, perché “Sine Metu” è un disco particolare per noi.
E’ il primo con la nuova formazione e nasce dopo un periodo di inattività in cui eravamo sospesi tra la voglia di tirare definitivamente i remi in barca e quella di rimetterci in gioco. Piano piano sono uscite fuori delle bozze di pezzi nuovi e verso la fine del 2018 ci siamo ritrovati in sala, dopo tanto tempo, con la voglia di provarne qualcuno. I pezzi hanno girato subito e la sala prove aveva ancora quella sua magia fatta di Peroni, volumi alti e puzza di sudore. In capo a qualche mese ci siamo trovati a fare due prove a settimana per ritirare su la scaletta con Alessandro aka “Karpo”, il nuovo arrivato, e provare i pezzi nuovi con l’entusiasmo di 4 ragazzini.
Poi il lockdown. Più di una decina di date annullate e l’impossibilità di provare i pezzi nuovi in sala. Non ci siamo buttati giù e abbiamo lavorato sodo da casa alle preproduzioni, alle grafiche e a tutto quello che bisogna fare per fare un disco in maniera seria e meticolosa, come abbiamo sempre fatto. 
Insomma, una gestazione faticosa ma, proprio per questo, accorata e intensa. Speriamo che il risultato vi piaccia, noi stiamo in fissa.

Ci sono delle novità da segnalare: la collaborazione con “Time To Kill”, il cambio formazione, i baffi di Maurizietto (che comunque stai benissimo, amico), c’è altro? Parliamone.
La collaborazione con TTK nasce dal rapporto di lavoro e stima reciproca che lega Roberto, il nostro batterista, con Enrico Giannone, fondatore dell’etichetta, nonché voce di Undertakers e Buffalo Grills. Noi abbiamo abbracciato questa idea di collaborazione convinti che insieme possiamo fa nascere un rapporto di fiducia, rispetto reciproco e perché no, una punta di ambizione “artistica” che magari ci porterà qualche soddisfazione in più. Tutto ciò rimanendo ancorati allo spirito DIY ci ha fatto nascere e crescere sia nella musica che nell’attitudine. 
In ultimo, ma non per ultimo c’è il buon caro vecchio Robertò. Lo abbiamo messo in panchina non perché sia scarso a giocare (anche se sicuramente è così), ma perché lui è l’allenatore di questa nuova squadra. Lui è il Carletto Mazzone del Punk. Lanci lunghi, pedalare e sputare sangue sui rimbalzi! Senza Hellnation non si va da nessuna parte.
Alessandro “Karpo” è il nostro nuovo bassista. Un bel ragazzo, alto e simpatico. È un amico di vecchia data ed ex membro di Divergenza, Automatica Aggregazione e The Wild Strings. La sua presenza è stata fondamentale per ricominciare a suonare dopo circa due anni di inattività. 
Infine, prendete paternità, crisi dei 40 anni, nostalgia per il passato e voglia di Socialismo, mescolate bene ed ecco qua che otterrete un bel paio di baffi come quelli del nostro cantante Maurizietto.

E nel disco cosa troveremo? Cosa ci potete anticipare? Già il titolo (senza paura) promette bene, ma le aspettative dopo “3 volte 10″ ed il mio preferito “Storie da un posto qualunque” sono abbastanza alte.
“Sine Metu”, a parte la gag di citare il nostro whiskey low cost preferito, è un inno e un monito a non arrendersi! Lo è per chi lo ascolterà, ma in primis per noi come band e anche come individui, perché dopo 13 anni il gruppo non è slegato dalle nostre vite personali, anzi.
La trasposizione di questo intento in chiave musicale, per noi, è stata fare un disco di Punk-Rock tirato come quelli che ci facevano muovere la testa a tempo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei 2000. (E ce la fanno muovere ancora!)Per questo è sicuramente un ritorno verso le atmosfere di “Storie da un posto qualunque”. Rispetto alle nostre ultime produzioni, i pezzi sono più veloci, gli arrangiamenti più scarni, le chitarre più grezze e la struttura dei pezzi è semplice e diretta.
Un piccolo aneddoto per farti capire la direzione del disco. Una volta chiuso il mix con il solito buon Valerio Fisik di Hombre Lobo Studio, abbiamo passato il mastering fuori, al mitico Riccardo Pasini di Studio73, che ringraziamo ancora! I riferimenti erano le sonorità di dischi punk-rock di metà anni ’90. “…And Out Come the Wolves” dei Rancid su tutti. Ma non si usa più da anni ormai avere dei mastering così scarsamente compressi e poco “prodotti”. Così ci sono tornati indietro due mastering, uno bello rozzo come volevamo noi e un altro di riserva, pompato al massimo come si usa adesso. Perché le band poi scelgono sempre il secondo per andare sul sicuro. Inutile dire che quello che sentirete girare sul piatto è il primo mastering.
In tutto questo è comunque un disco che cerca di spaziare, come è nostro solito. C’è dentro il folk, un po’ di “Irish” e persino un pezzo in levare, cosa che ha fatto molto incazzare i nostri compari Plakkaggio!

È uscito il secondo singolo, con video fatto nientemeno che da ZeroCalcare, parliamo di questa collaborazione.
Con Michele ci conosciamo da tanti anni, frequentiamo gli stessi posti, le stesse serate e c’è sempre stata amicizia, stima e un supporto reciproco.
Quando nel 2012 è uscito “Storie da un posto qualunque”, il nostro secondo disco, ci eravamo riproposti con lui di fare il video di “Morfina” a cartone animato. Michele aveva anche iniziato, ma poi fu giustamente risucchiato da mille altre cose. (trovate il LINK QUI).
Circa 10 anni dopo, col disco nuovo in vista ci eravamo sentiti per altri motivi ed è uscita fuori l’idea di dare un seguito a questo vecchio progetto. Gli abbiamo girato i provini del disco nuovo e lui ha scelto “Favole”.
Dopodiché immaginiamo siano venuti mesi di variopinte bestemmie per lui, perché animare una roba così tutto da solo non è certo una passeggiata e oltretutto si è scelto il pezzo più lungo del disco!Scherzi a parte, il risultato è veramente una bomba e non finiremo mai di ringraziarlo per il supporto che ci ha sempre dato. Vorremmo fare lo stesso per lui, ma per fortuna non ne ha proprio bisogno!   

Nelle vostre canzoni scorrono le vite di tutti i kidz che ad ogni concerto cantano a squarciagola, che lo vogliate o no, siete un riferimento per quelli della nostra generazione, quelli vicino agli “anta” per intenderci, ma anche tanti giovani, cosa ne pensate di questa affermazione? 
La tua affermazione per noi è complimento, poiché significa che stiamo riuscendo nel nostro intento. Le canzoni che scriviamo hanno lo scopo di raccontare attraverso le nostre storie, le storie della nostra generazione. Chi ha vissuto la propria infanzia e adolescenza in mezzo alla via, chi si barcamena tra un lavoro ed un altro nella speranza di un futuro dignitoso, chi vuole un mondo migliore in egual misura per tutti, non può che rispecchiarsi nei nostri testi. 
Alla componente più giovane del nostro pubblico non possiamo che mostrare rispetto e stima perché dimostra di essere parte attiva di una determinata scena, di aver scelto qualcosa che nessuna industria discografica le ha delicatamente imposto attraverso canali social accattivanti e quant’altro. Non è scontato nella società attuale, fare una scelta piuttosto che subirla inconsapevolmente. Capita spesso che a fine concerto qualcuno si avvicini e ci confessi di aver pianto mentre suonavamo dal vivo un pezzo, piuttosto che un altro. Noi scherzando a volte diciamo “Ammazza ao, stasera pare de sta a un funerale!” La verità è che non c’è canzone de Gli Ultimi che sia stata scritta senza passione o impegno emotivo. 
Con un pizzico di presunzione affermiamo che negli anni, tra noi e i nostri affezionati si è creato un legame di forte empatia che va ben oltre la performance di una sera.

Il periodo di merda che stiamo vivendo ormai da quasi 2 anni ha rotto i coglioni un po’ a tutti, voi come l’avete vissuto? E cosa vi è mancato di più della nostra scena?
Abbiamo fatto il nostro ultimo live a Pescara allo SCUMM (Ciao Luca e tutti voi!) il 28 febbraio 2020. Una settimana dopo eravamo tutti in lockdown totale. Quindi fino all’ultimo abbiamo cercato di suonare, già in quel periodo era tutto più strano e da lì tutto è cambiato. Come tutti siamo stati relegati in casa, ci siamo sentiti tutti spesso a forza di birre e vino davanti al pc via Skype o similari. 
Abbiamo però messo a frutto quel tempo che avevamo a disposizione, ne abbiamo approfittato per mettere a punto tutti i pezzi, anche a distanza in modo da arrivare in studio ancora più pronti. La tecnologia in questo aiuta molto. Per il resto abbiamo cercato di ingannare il tempo, abbiamo cucinato, letto, fatto attività fisica con strumenti di fortuna e cercato di capire cosa stava succedendo nel mondo, sempre vigili sulla situazione. 
Quello che ci è mancato di più è stato suonare, avevamo una decina di date che sono chiaramente saltate e ci siamo resi subito conto che ci sarebbe voluto non poco tempo per vederci di nuovo sul palco sudati a cantare tutti insieme. Infatti stiamo ancora aspettando quel momento.

Spazio libero tutto vostro.
Approfittiamo, oltre che per ringraziarvi ancora dello spazio che ci avete messo a disposizione, per qualche comunicazione di servizio. Sul sito di Time to Kill Records trovate il preorder al nuovo disco, sia in vinile che in CD. Un buon modo per assicurasi per tempo la propria copia, ma soprattutto di supportare le etichette, che in questi tempi di pandemia investono sull’uscita di un disco senza sapere bene cosa succedera’ con i live, i festival e tutti gli eventi fisici che permettono di far girare un disco. Quindi, se avete voglia e possibilità, fatevi sotto!
Ci vediamo il 9 Ottobre a Roma, Scalo Playground per il release party del disco. Con noi, spalla a spalla, ci saranno anche i soliti Plakkaggio.
Un saluto a Punkadeka. Daje compà!

Ringraziamo di cuore gli Ultimi per questa intervista, con la speranza di poter fare finalmente due chiacchiere davanti ad una birra prima di un concerto, e ringraziamo ZanzaRude, Flaview  e Elizabeth Zoe per le bellissime fotografie.

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