PUNKADEKA FESTIVAL 25th Anniversary

Quattro chiacchiere con i Bull Brigade.

Con la mediazione di Gab di Epidemic Records, amico e collaboratore, ho fatto alcune domande ai Bull Brigade in vista del release party de “Il Fuoco Non Si è Spento” che avrà luogo alla Santeria di Milano il 14 gennaio 2022, data SOLD OUT dopo soli 10 giorni dall’annuncio. Mi risponde Eugenio, cantante e frontman della band torinese. Ne è uscita una chiacchiera genuina.

  1. Ciao ragazzi, innanzitutto grazie di essere qua con noi. Lo scorso ottobre è uscito il vostro nuovo album “Il Fuoco Non Si è Spento” che, senza troppi giri di parole, è già stato definito da molti il disco dell’anno. Il disco della consapevolezza. “I testi parlano di me e per me” è il commento che ho sentito di più a riguardo. Quanto è importante creare questo tipo di empatia con chi vi ascolta e si cerca nei vostri testi? Quanto è difficile mettersi a nudo in un album come questo, mettendoci molto di personale? Penso a Strength for Life, per citarne una.
    Ciao a tutti,
    beh sicuramente non è una cosa semplice trattare argomenti così intimi e personali mettendo determinate vicissitudini dentro alla musica. Forse però, pensandoci bene, è proprio per questo che molte persone riescono a percepire le nostre atmosfere, impossessandosene ed adattandole alle proprie esperienze.
    Strength for Life, ad esempio, nasce dalla voglia di continuare a parlare con mio padre, nonostante la sua scomparsa, citando aneddoti del passato e confidandogli determinate situazioni…lo zaino con su scritto NOFX è una delle cose che ci ha visto discutere nei nostri anni migliori, dopo che scrissi sopra ad uno zaino che mi venne acquistato con fatica. Parlando con lui dei miei figli mi è piaciuto ricordare questo episodio che ci aveva coinvolto nei tempi che furono.
  2. 3 album, 3 line-up diverse. Quanto ha influito questa formazione sul cambio di sonorità dell’album? Quanto, per esempio, gli arrangiamenti sulla scrittura?
    Dopo Vita Libertà sicuramente le batterie si sono esaurite. Non è facile cambiare componenti e mantenere determinati ritmi con le trasferte ed i concerti, infatti a una certa la band si era presa una pausa di riflessione. Questi ragazzi però sono veramente fantastici, sotto molti aspetti: in questo disco siamo riusciti a sfruttare al meglio il talento di Luigi e l’esperienza di Mark, Stefano ed Alessio. I miei testi sono sempre gli stessi anche se ho un po’ rallentato ed smussato il tiro del tutto. Credo che sia abbastanza fisiologico, anche in relazione alla nostra età ed al cambio naturale delle nostre abitudini.
  3. Correva l’anno 2008. “Giovane incazzato e sempre in cerca di guai, a way of life” diventa l’inno di Strade Smarrite. Nel 2021, “a losing fight, your way of life”, “perdi tempo navigando dentro a sogni che non realizzerai” è ciò che sentiamo in “Quaranta”. C’è della malinconica disillusione, se così possiamo chiamarla, o forse è semplicemente un naturale cambio di approccio alla vita dai 20 ai 40 anni. È solo un numero e quel giovane di strada incazzato è lì da qualche parte che ancora vuole perseverare o il passare degli anni vi ha definitivamente disilluso?
    È un po’ la costante della mia vita, credo sia un aspetto del mio spirito che evidentemente trova spazio anche nelle parole delle canzoni. Quaranta è una sorta di bilancio di questi 20 anni che si raddoppiano, insieme alle responsabilità ed ai problemi. Il verdetto che emette Roddy nella sua parte è abbastanza chiaro: il tempo passa ma tu sei sempre li, ancorato al tuo stile di vita, nelle tue battaglie perse…anche se sogni di andar via.
  4. È uscita da poco la data della release del disco. 14 gennaio 2022 alla Santeria di Milano. IN ELETTRICO. Una parola che quasi ci stavamo dimenticando. Da quanto tempo aspettavate questo momento e quanta voglia avete di prendervi quel palco e distruggerlo? E, di contro, invece, cosa vi portate a casa dal tour acustico? Che esperienza è stata?
    La voglia che abbiamo di tornare a fare un concerto vero è pazzesca, anche se l’esperienza in acustico ha riscosso un successo inaspettato. È stato un lavoro molto difficile riarrangiare quei brani senza cadere nel banale…abbiamo lavorato moltissimo sulle ritmiche per cercare di variare i tempi ed alla fine la gente era veramente entusiasta. Magari lo rifaremo, ci siamo divertiti molto…anche se l’elettrico è la cosa che più ci manca.
  1. Un disco della vita? Qualsiasi. Non necessariamente legato alla composizione de “Il Fuoco Non Si è Spento”, solo l’album che vi portereste sulla famosa isola deserta.
    È molto difficile questa domanda, forse uno a caso dei Social Distortion? Forse London Calling dei Clash? Bisogna vedere sul momento…potrebbe anche essere Grey Britain dei Gallows, uno degli album che ho letteralmente macinato negli ultimi anni.
https://www.motorcityproduzioni.com/bull-brigade-il-fuoco-non-si-e-spento/

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