PUNKADEKA FESTIVAL 25th Anniversary

Quattro chiacchiere con i DROPKICK MURPHYS

Parliamo in anteprima con Matt Kelly dei Dropckik Murphys del nuovo disco che uscirà il 30 Aprile.

Ciao ragazzi e benvenuti su Punkadeka, lasciatemi dire che per me è una vera emozione potervi fare due domande, essendo un fan di vecchia data ed ho preso il mio nomignolo proprio dal vostro gruppo…e dai meriti acquisiti sul campo a suon di guinness in Irlanda…
Hahaha, very cool Matt. Grazie per l’intervista, è apprezzato

Come state passando questo periodo che sembra non finire mai?
Essere costretti a non fare tour e suonare (o vedere) concerti è stato molto difficile, ma io per primo sono stato bene. Trascorrere molto tempo con mio figlio e mia moglie, portare a spasso il cane, cucinare per la mia famiglia e fare molta pratica con la batteria mi ha mantenuto sano di mente.

Parliamo subito del nuovo disco, ascoltandolo mi trasmette serenità e voglia di ballare, lo trovo proprio un bel disco, oltre che ben suonato ed in pieno DKM style, ma non voglio fare la recensione, parlatemene voi.

Ehi, grazie mille. Quello che dici lo apprezzo molto!
Beh, sarebbe uscito forse 9-10 mesi prima se non fosse stato per il covid, avevamo molta musica preparata per le canzoni, ma come forse saprai registriamo la voce alla fine della sessione, quindi non c’erano voci nei pezzi…penso che ci fosse un VANTAGGIO di avere quel tempo per cambiare o perfezionare i testi e sviluppare i brani nel miglior modo possibile, fino a quando non abbiamo finalmente completato la registrazione alla fine dello scorso anno. È praticamente un disco di festa…un tributo alle band con cui siamo cresciuti…al vecchio e MIGLIORE mezzo di ascolto per la musica: i dischi in vinile…l’esuberanza della giovinezza…un DISCO DIVERTENTE.

Da buon Clashiano salta subito all’occhio la traccia nr. 5, con tanto di richiami a Tommy Gun , parliamo un po dei Clash e di quello che rappresentano per voi?
Beh, si tratta di Mick Jones dei Clash che ruba il dessert del nostro produttore! Abbiamo pensato che fosse opportuno inserire le parti del rullante “mitragliatrice” nella canzone, specialmente nel modo più ovvio nel bridge della canzone. E’ stato molto divertente.

Qual’è la vostra traccia preferita, quella che consigliate di ascoltare? A me è piaciuta molto “Smash it Up” oltre a “Mick Jones Nicked my Pudding”, tanto per dirne due.
Grazie, quelle sono tracce divertenti, penso che due canzoni che mi hanno sorpreso siano state la title track “Turn Up That Dial” e “Good As Gold”. Scriverle e registrarle è stato bello e sapevo che sarebbero state buone canzoni all’altezza dei nostri standard, ma penso che il prodotto finale di ENTRAMBE le canzoni fosse maggiore della somma delle rispettive parti, penso che siano canzoni davvero speciali.

Oggi siete un gruppo di fama mondiale, è innegabile e per quanto mi riguarda è tutto meritato, ma non vi manca un po suonare in un piccolo club senza barriere ed a stretto contatto col pubblico? Pensate che sia ancora fattibile una cosa del genere? (Parlo per l’Italia perché qui vi possiamo vedere solo su dei mega palchi)
Grazie. Di solito facciamo un concerto più piccolo intorno al giorno di San Patrizio a Boston…l’ultima volta è stata la Brighton Music Hall, che ospita circa 450-500 persone.
I concerti e i festival nelle grandi arene sono fantastici, ma ci siamo fatti le ossa nei piccoli club e nei bar e la nostra musica si traduce altrettanto bene in un piccolo club sudato come in un grande locale, adoro i piccoli concerti, di solito sono più intensi ma anche più informali, quando suoniamo in Sud America o da qualche parte non siamo molto conosciuti, suoniamo in piccoli club ed è FANTASTICO! Quindi sì, succede ancora in determinate circostanze.

25 anni di carriera, qual’è la situazione più emozionante che vi è capitata? Il miglior momento della vostra carriera
È difficile; non so se ho un’unica risposta per questo, ci sono state molte situazioni sorprendenti.
Quello che mi lascia a bocca aperta e per ciò di cui sono grato è che dopo venticinque anni, il pubblico ami ancora la nostra band.

25 anni di carriera, qual’è stata invece la situazione più assurda che vi è capitata?

Bene…questa potrebbe essere una situazione assurda che NOI abbiamo creato:
Molte lune fa, dopo un concerto al First Ave a Minneapolis, alcuni dei ragazzi sono andati dall’altra parte della strada al pub irlandese…visto che avevamo il giorno successivo libero, abbiamo finito con l’abbondare con le bevande, e c’era un quartetto di ragazzi sul palco del pub che suonava alcune canzoni tradizionali irlandesi, così un paio dei nostri ragazzi hanno pensato che sarebbe stata una buona idea salire sul palco e “mostrare loro come si faceva”. Scioccamente siamo saliti sul palco chiedendo che ci dessero i loro strumenti, e abbiamo suonato la spazzatura più schifosa e orribile che si potesse immaginare, eravamo tutti molto ubriachi e questa era una cosa ridicola e anche antipatica, i ragazzi erano lì per offrirci il loro intrattenimento musicale. Per fortuna non ci hanno picchiato a morte, eravamo VERAMENTE ubriachi, perché ce lo meritavamo! Hahahaha, sì, era davvero assurdo di sicuro!

25 anni di carriera, il disco ed il conseguente tour al quale siete più affezionati?
Penso che il primo tour europeo di Lee alla cornamusa sia stato il più divertente per molte ragioni. Era il 2014…i nostri amici Blood or Whisky e i The Bronx erano in tour con noi, un bel gruppo di ragazzi, tra band e crew, e sei settimane sono passate in un attimo. Tuttavia, anche i primi tour con Agnostic Front, Sick of it All o Bouncing Souls sono stati pieni di bei momenti.

25 anni di carriera, ma avete ancora il sogno nel cassetto di suonare con qualche gruppo che per un motivo o per l’altro non avete mai incontrato?
È facile: AC / DC. Nessuna spiegazione necessaria.

Con i concerti siete fermi, come tutti, da una vita, qual’è la prima cosa che farete quando salirete di nuovo su di un palco con del pubblico davanti? (io da sotto il palco piangerò, giuro, di gioia ma piangerò)
Sai, penso che anche io verserò grandi lacrime di gioia! Ho assistito e successivamente suonato musica dal vivo da quando avevo 2-3 anni, ed è qualcosa che nutre la mia anima come l’Eucaristia!

L’Italia e le sue contraddizioni, cosa vi piace del nostro paese, e cosa invece non vi va giù?

Beh, adoro la cucina e il fatto che ci siano diverse culture locali interessanti in diverse parti d’Italia, come la cultura molto “latina” del centro del paese, e la cultura molto “alpina” del SudTirol, Bolzano / Bozen. La storia dei romani, degli etruschi, delle invasioni longobarde, del Sacro Romano Impero e tante altre cose mi affascinano. Anche l’architettura antica e moderna è meravigliosa da vedere.
Per quanto riguarda ciò che non va nel tuo paese, sono solo un turista, parlarne male sarebbe piuttosto scortese da parte mia! Non riesco a pensare a niente che possa dipingere l’Italia in una luce negativa.

Altro argomento che mi prende il cuore: il St. Pauli. Come mai qualche anno fa avete deciso di fare un singolo (you’ll never walk alone) ed associare il vostro nome ad una società calcistica così particolare? (Io la maglietta ce l’ho eheheh).

Ho sempre sostenuto l’HSV (LOL, ndr.), ma adoro “You’ll Never Walk Alone”. A un paio di altri ragazzi piace il St. Pauli, ma probabilmente sono la persona sbagliata a cui chiedere informazioni su qualsiasi associazione con quel club, haha. Il vero motivo per cui abbiamo fatto “YNWA” era perché durante quel periodo sembrava che l’epidemia di oppioidi in America avesse raggiunto il suo apice, e volevamo una canzone di speranza e cooperazione…quella canzone si adattava perfettamente.
Avevamo provato a fare la canzone un paio di volte prima, ma non l’avevamo mai fatta bene, in realtà è davvero difficile cantare con tutte le sue sfumature.

Vi racconto il mio concerto preferito di sempre: nel marzo del 2009 io e mia moglie ci siamo sposati e siamo venuti negli Stati Uniti per il viaggio di nozze, una settimana a NY e 3 giorni a Boston per San Patrizio, poi Jamaica, comunque arrivammo il 16 marzo e ci infilammo in un pub, il McGreevys, ad un certo punto entrò Ken, io avevo bevuto qualche birra ed iniziammo a parlare, mi diede un numero di telefono e trovai i biglietti per il concerto alla House of Blues del 17 marzo (biglietti in Italia introvabili, infatti non ero a Boston per il concerto ma per la partita dei Celtics), quello che poi è stato registrato come “Live on Lansdowne”, riuscii ovviamente a salire sul palco ed a cantare con voi, fu memorabile per me.
Qui da noi avete lasciato il segno, venite a trovarci quando volete.

Ah amico, è davvero carino! Sembra davvero un bel ricordo! Quando trovi quella donna che può tollerare tutte le tue cazzate è una cosa meravigliosa (sono 21 anni amico mio, ndr), condividere viaggi e concerti così grandi con la donna che ami, semplicemente fantastico! Mi sento onorato che tu abbia reso il nostro concerto e la nostra città parte della tua luna di miele, davvero fantastico.
Grazie per l’invito! Attento, domani potrei presentarmi alla tua porta con un sacco a pelo e un fagotto pieno di vestiti! Hahaha.

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