Purtroppo è passato più di un mese da questa incredibile serata, ci sono state le ferie di mezzo e la mia proverbiale “velocità” nel sistemare le foto ha fatto il resto, ma adesso ce l’abbiamo fatta quindi cerchiamo di ricordare giusto due cose.
Per prima cosa un posto del genere a Pavia nemmeno sapevo che esistesse, ero stato già a Radio Aut, ma credo nella vecchia sede, questa ragazzi è davvero spaziale, col cortiletto, l’ex officina adibita a sala concerti, con un fornitissimo bar, addirittura l’aria condizionata, e poi il clima tutt’altro che provinciale che di solito si respira nella Pavia nazileghista nella quale sono cresciuto, si proprio ai tempi in cui gli 883 stavano esplodendo ed io passavo diverse mattinate alla mitica Jolly Blue, insomma partiamo già impennati con una serata che si prospetta spumeggiante visti i gruppi proposti per questa seconda edizione de “una notte all’inferno”, quindi con la famiglia al seguito entriamo e cacciamo giù qualche liquido sotto forma di birra che fa un caldo cattivo, il cortile è già mezzo pieno e passo la prima mezz’ora a spettegolare in giro, rivedo con gradissimo piacere lo scrittore/viaggiatore/giornalista/Ultras e soprattutto amico Mirko, conosco di persona uno dei migliori fotografi che abitano Pavia, il buon Fabio Roscio, e rivedo tutto il sottobosco punk/skinhead del milanese, poi iniziano gli Spaccastronzi, quartetto da Crema che avevo sentito solo sul bandcamp e che mi ha piacevolmente sorpreso, ottimi i testi e la presenza sul palco, fisiologicamente vuoto il pit perché sta cosa di supportare da subito proprio non vi va giù ‘tacci vostra, fatta eccezione ovviamente dei miei amici Ultras del sottopalco sempre presenti a far casino, per quanto possibile, e gli Spaccastronzi non si sono tirati indietro aprendo egregiamente le danze, teneteli d’occhio che meritano molto, fidatevi.
Compro una maglietta degli Spaccastronzi perché la devo assolutamente avere, e tempo un rapido cambio palco e salgono i mitici Plakkaggio in super formazione a 5, il collettivo colleferrino è da sempre una garanzia di devastazione totale, pit freddino sui primi pezzi, ma poi l’onda è inarrestabile e finalmente si scatena una bella ressa sotto i colpi dei maestri del Black Metal Oi!, l’ultimo album l’avrò già detto 100 volte è qualcosa di eccezionale e tutti i presenti, anche i pochi che non li conoscono, apprezzano, non si può fare diversamente, “rivolta” è la mia preferita e perdo meza corda vocale cantandola, poi intonano “i nostri anni” e l’orgoglio pavese salta fuori…devastanti, non ci sono altre parole.
Tocca ai padroni di casa, con un nuovo disco appena pubblicato da far conoscere i Tullamore si presentano nella bolgia creata dai loro predecessori in forma smagliante, Iora e compagni sono carichi a molla ed attaccano con i pezzi del bellissimo “l’ancora” (stay tuned che arriva la rece, scusate il ritardo), mischiati ai vecchi cavalli da battaglia che ribaltano letteralmente il locale, pieno zeppo di Ultras del Pavia che impazziscono su “ancora Ultras”, ma lasciatemi spendere ancora due parole sull’ultimo disco, molto ben fatto e ben scritto, emozionante e maturo, eseguito alla perfezione dal vivo nonostante il clima sia tipo Vietnam ma decisamente più umido.
Serata da incorniciare per quanto mi riguarda, perché a Pavia certe cose non sono facili da mettere in piedi, e farle bene è un merito. Complimenti quindi a tutti quelli che hanno permesso la riuscita di una serata come questa.
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