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COMEBACK KID: Wake the dead

Cosa dire dei Comeback Kid che non sia stato già detto in qualche altra sede? Ben poco direi, visto che tra riviste e webzine il gruppo canadese dall’uscita di “Wake the dead” ha riscosso un successo tale da lasciare spiazzati persino loro stessi. Cosa li ha portati a essere apprezzati è palese sin dal primo ascolto: l’indubbia qualità delle undici canzoni proposte all’interno del disco e una coerenza che non li ha spinti a cambiare strada in cerca di soldi facili, ma bensì a credere in quanto fatto già nel precedente “Turn it around” su Facedown Records.

“Wake the dead” trasuda passione e carnalità da ogni poro, suona veloce e mostra tutta la sua ammirazione all’hardcore old school che fa quasi pensare che qualcuno ci stia prendendo in giro, visto che guardando le loro foto questi musicisti hanno in media ventanni. Ma essere giovani non è poi così male, permette di sperimentare soluzioni alternative senza pressioni, cosa che i Comeback Kid hanno fatto senza troppa esitazione, potenziando il loro sound con passaggi che vantano soluzioni metal e rock decisamente azzeccate.

Citare qualche brano è difficile e al tempo stesso ingiusto, in quanto si sminuirebbe il grosso lavoro da loro svolto, abilissimi se non altro nel mettere insieme un lotto di brani dalla facile presa. Altro punto importante da evidenziare è la qualità di liriche e testi, le prime guidate dalla voce rabbiosa di Scott Wade (amplificate da una sezione cori paurosa che vede la partecipazione di Russ Rankin in veste di guest) e gli ultimi che si evidenziano per i contenuti decisamente interessanti. Se ancora non foste convinti del valore di “Wake the dead”, sappiate che in cabina di regia troviamo due volti assai noti della scena alternative internazionale quali Bill Stevenson (Descendents, ALL, Black Flag) e Jason Livermore, bravi nel dosare la potenza dei nostri in tutti gli undici brani del disco.

Personalmente trovo che ogni loro canzone nasca col chiaro intento di dare il meglio di sé on stage, pensiero che presto potremo valutare in prima persona visto che a novembre il gruppo canadese suonerà a Milano in compagnia dei Bane. Dall’esterno questa recensione potrebbe far pensare a un “favore” alla Victory, ma che dire… Ascoltate “Wake the dead” e giudicate voi stessi.
Voto:8

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