Il Barza mi fa: “Chisti sugnu i DeeCracks, fatti un’ascoltazione della musicazione“. Perdonato per il pessimo sicilianismo (se mi chiamo Sal Rinella un perchè c’è) passo all’ascolto del trio austriaco. La prima domanda è “Cosa avranno di più delle altre band Ramones addict i tre rockers nerboruti?” la risposta iniziale è “Non lo so“.
Ciò che mi colpisce subito è l’equilibrio tra chitarra e basso: la prima opta per un suono più scarno – quasi garage a volte – privilegiando accordi pieni, il secondo sorregge completamente il suono dando una botta in pancia non indifferente e caratterizzando il suono della band (benvenuti nell’angolo del chitarrista sapientino): senza troppi giri di parole posso dirvi che sti tre pazzi spaccano, nelle loro composizioni buttano litri di benzina.
Sappiamo tutti che il Punk Rock è fatto delle solite note e che quello di stampo Ramonescore, nella sua versione più veloce, ha il Charlie che schizza a manetta rincorso dagli strumenti a corda. Ma superati gli stilemi, cosa vuole un punk rocker se non canzoni con suoni semplici e azzeccati, ritornelli efficaci che ti si bullonano in testa, zero sofismi inutili e una voce che arriva dalle coronarie?! Beh i DeeCracks vi danno tutto ciò, con una qualità e freschezza che sconvolge, pur non essendo di primissimo pelo dato che stanno in giro dal 2003.
Non vi sto a fare l’analisi delle songs: sono quattro e per ascoltarle e amarle ci vuole davvero poco, quindi andatevi ad ascoltare sullo store che vi pare il disco o meglio compratevelo contattando la Badman Records e Striped Records o andando ai loro concerti.
Chiudo con il consiglio della nonna: “Non rompete i coglioni con generi e sottogeneri, quando la musica è buona non ci sono cazzi!”
Ps. Ringrazio il Barza
Pps. La copertina è un capolavoro per i puristi del tubo catodico, conoscete il personaggio e cosa rappresenta per lui quel micio?