PUNKADEKA FESTIVAL 25th Anniversary

TROPICAL LONDON: intervista in esclusiva alla nuova etichetta punk rock

È ormai fresco di qualche settimana il lancio dell’etichetta Tropical London, un nuovo progetto che si affianca alla già consolidata Wild Honey Records, con la volontà di diversificarsi nei generi e nelle band proposte. Da subito incuriositi, abbiamo intervistato la persona che ha ideato e lanciato questa label.

 

Ciao Simo (aka @rancid_fanatic, CEO)! Eccoci pronti per farti in anteprima qualche domanda su questo nuovo progetto. Partiamo con quelle semplici…

Raccontaci: com’è nata l’idea di lanciare un’etichetta? E perché il nome “Tropical London”? A parte suonare veramente bene, qualcosa mi dice che ha a che fare con il tuo soprannome Simo Rancid…

Ciao Amanda intanto grazie per l’intervista, penso sia la prima in assoluto che faccio e a questo punto spero pure l’ultima visto che non credo di sentirmi molto a mio agio in queste vesti. Comunque l’idea dell’etichetta mi frullava

in testa da parecchio tempo, ed è nata sostanzialmente dal fatto che ogni tanto non riuscivo a convincere Franz a rilasciare su Wild Honey alcune band che mi piacevano e che sapevo avrebbero accettato la proposta. Qui il discorso è molto complesso perché Franz naturalmente tiene ad una linea ben definita con Wild Honey ed è stato proprio lui ad incitarmi ad imbarcarmi in questo progetto per dar sfogo ai miei gusti personali. Quanto al nome beh, è uno dei pezzi dei Rancid che preferisco in assoluto e che anche Franz adora quindi nessuna sorpresa direi.

Infatti tu sei a tutti gli effetti parte del team di Wild Honey Records. Il tuo progetto è in qualche modo collegato con questa realtà? Quali punti di incontro e quali di “rottura”?

Beh io rimango assolutamente e prima di tutto parte di Wild Honey Records, per me collaborare con Franz è fondamentale per tutta una serie di motivi personali ma soprattutto perché attraverso l’etichetta entro in contatto con un genere musicale che altrimenti non avrei mai considerato. Devo dire che nonostante le sonorità non siano MAI quelle che personalmente preferisco, sono riuscito ad apprezzare davvero molto alcune band del roster WH come i Bee Bee Sea e Siouxie & The Skunx. 

Tropical London non potrebbe esistere senza Wild Honey perché è dentro Wild Honey che vi è tutto il know how che cerco di assorbire da chi come Franz è arrivato a fare più di 80 release, infatti ogni volta che muovo un muscolo chiedo suggerimento.  

La prima uscita sarà appunto “I Wish I Lived This Life” dei romagnoli Lillians. Cosa ti ha convinto della loro proposta? 

Il loro album per me è uno dei migliori lavori pop-punk italiani che si sia sentito in circolazione in così tanti anni che non saprei nemmeno menzionarne uno precedente simile. Certo mi rendo conto che magari è un genere che andava 20 anni fa e ora forse siamo fuori tempo massimo ma per chi come me è un grande fan dei riff di Tom DeLonge e dei fill di Travis Barker credo che troverà qualcosa di fresco con cui nutrirsi. Ricordo esattamente che quando Cuzzo aveva iniziato a mandarmi le demo ho proprio pensato: “E’ esattamente così che vorrei che i Blink182 suonassero nel 2024”.  Dalle demo poi ho seguito passo dopo passo l’evoluzione dell’album che avrei voluto uscisse su Wild Honey, ma proprio non si poteva, non solo perché Franz è più uno da Green Day che da Blink ma Wild Honey questanno ha cosi’ tante release (Menagramo, Deniz Tek, Maddam, Siouxie & The Skunx, The Peawees) che sarebbe stato impossibile farci finire dentro anche questo disco e se anche fosse successo sarebbe rimasto probabilmente stritolato dalle realtà più affermate che abbiamo in WH.

Quale ti immagini essere invece, in prospettiva, l’identità di Tropical London? (In termini di generi, di band, di visione…)

Non ci ho pensato se devo essere sincero, cioè ho in mente quelle 2-3 band che mi piacerebbe far uscire ma siamo ancora allo stadio embrionale. Alla fine una band deve piacermi al punto tale da far crescere in me la voglia di partecipare a qualcosa di così personale come è a tutti gli effetti un album. Sul genere e lo stile non mi voglio porre alcun limite, come cerco di non pormeli in fase di ascolto.

Per una band, stare nel 2024 significa anche avere più possibilità di fare molte cose da soli, l’autoproduzione sembra più accessibile. Oggi qual è secondo te il valore aggiunto che può dare avere un’etichetta alle spalle, piccola o grande che sia?

Credo che ti stupirà molto ma penso che una piccola etichetta non porti chissà quale valore aggiunto, la forza non è nell’etichetta ma nella band. Nella voglia di fare, di sbattersi, di suonare senza aspettare che succeda qualcosa o che qualcuno chiami. Chi registra un disco sperando poi di trovare un’etichetta al giorno d’oggi lo considero un pazzo. Le band che vanno avanti sono quelle che hanno una forte impronta DYI, che si preparano i pezzi, che se li registrano, che investono in loro stessi sia economicamente, sia in termini di impegno e di tempo. Il lavoro dell’etichetta è prettamente quello di finanziatore esterno che cerca di dare consigli alla band, e che cerca di metterla in contatto con gli addetti ai lavori giusti per massimizzare l’impatto di un disco. Tanto per fare un esempio Wild Honey collabora con Alberto Zordan di HOODOOH che si occupa di Publishing da piu di 10 anni e che supporta le band con il suo lavoro sulle piattaforme online. Posso indubbiamente dire che ritengo il suo lavoro molto più importante del mio per questo sono molto contento che abbia deciso di lavorare anche con i Lillians. 

Gli orizzonti cambiano naturalmente se si parla di etichette discografiche importanti e blasonate. Basti vedere cosa ha significato per gli Interrupters e i Grade 2 entrare nel roster Hellcat/Epitaph, però ecco, l’occasione l’ha avuta anche un certo RAT BOY a testimonianza che alla fine tutto dipende dalla qualità della band e dall’impegno e costanza nel tempo.

Ultima domanda, andiamo sul sentimentale, chiediamo a te che sei anche un super collezionista di dischi: cosa si prova ad essere tu a fare uscire il disco di una band, ad esserne il principale promotore, rispetto all’esperienza di “acquisto e ascolto”? 

La dinamica acquisto e ascolto in realtà ne ha sempre avuta una terza per me. Ovvero quella di condividere. Non credo che ci sia niente di più bello che condividere con gli altri la musica che ci piace. E chi mi conosce sa quanto stresso le persone quando mi capita un album che mi piace particolarmente. L’ho sempre fatto ed è esattamente quello che poi è alla base del rilascio dell’album dei Lillians, ovvero la necessità di farlo ascoltare a più persone possibili. Quindi da questo punto di vista devo dire che il mio approccio alla musica non è cambiato e non penso cambierà mai. Se poi mi chiedi se mi sono un pochetto emozionato ad avere il CD pronto in mano quando è arrivato beh la risposta è certamente si. 

 

GRAZIE!
Segui gli aggiornamenti su: https://www.instagram.com/tropicallondonrecords/ 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Rimani aggiornato con tutte le news direttamente nella tua inbox!

Iscriviti alla newsletter, inserisci la tua email:

Iscrivendoti accetti il trattamento dei dati (D.L.196/03) NO SPAM! Potrai disiscriverti in qualisasi momento.

Previous Article

10 anni di "On The Impossible Past": i MENZINGERS annunciano tre date

Next Article

Gli Impossibili compiono 30 anni al Baraonda (con Water Tower, Useless4 e altri)

Spotify Playlist
Potrebbe interessarti..
Total
0
Share

Cosa aspetti?

Rimani aggiornato con tutte le news di Punkadeka.it direttamente nella tua inbox!

Inserisci la tua email


Iscrivendoti accetti il trattamento dei dati (D.L.196/03)
NO SPAM!
Potrai disiscriverti in qualisasi momento.