GREEN DAY: 06/06/2013, Unipol Arena (Bologna)

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Green Day a Bologna. Se devo essere sincero il mio umore alla partenza è stato un insieme di gioia, perché a breve avrei rivisto il mio gruppo preferito da sempre, e di ansia vista l’ultima “apparizione” della band nel capoluogo emiliano. Fortunatamente questa volta la gioia ha prevalso sull’ansia, anche se ci sono state alcune varianti per le quali non ci sarebbe molto da gioire.

Che i Green Day siano diventati un gruppo da palazzetto dello sport o da stadio lo sanno anche i muri ormai, è davanti agli occhi di tutti già da parecchi anni, e questa forse è la conseguenza più diretta della tipologia della stragrande maggioranza del pubblico che i tre di Berkeley attirano ai loro concerti. Già all’arrivo alla Unipol Arena noto che l’età media degli spettatori in fila è decisamente bassa (se escludiamo babbi, mamme, nonni e nonne che accompagnano figli, figlie o nipoti): capelli tinti di verde poco prima di entrare, tatuaggi fasulli improvvisati con pennarelli e bombolette, scritte a dir poco inguardabili su braccia e gambe e cartelloni insensati (Billie Joe fuck me credetemi è stato quello meno peggio che i miei occhi hanno visto) rappresentano già un primo enorme campanello d’allarme per la serata.

Ma purtroppo questa non è una novità. Potremmo aprire un discorso molto lungo sulle “colpe” dei Green Day stessi (se si passa dai video dove si vedono denti strappati con le pinze a video con giovani adolescenti in amore, la reazione del mainstream è facilmente intuibile), ma non lo farò, altrimenti rischierei di non finire mai. Parliamo quindi del concerto. Così come lo scorso anno anche in questa occasione ad aprire le danze tocca agli All Time Low: mi limito a dire che sono il gruppo più brutto e ridicolo che abbia mai visto in vita mia, e fidatevi mi sono trattenuto.

Finita l’agonia alle ore 21 in punto Bohemian Rhapsody, Blitzkrieg Bop e The Good, The Bad And The Ugly  precedono l’entrata sul palco di Billie Joe Armstrong, Michael Ryan Pritchard per tutti Mike Dirnt, Frank Edwin Wright III in arte Tré Cool, Jason White e il resto dei musicisti che ormai da anni accompagnano i Green Day in giro per il mondo.La parte iniziale della scaletta racchiude alcuni pezzi degli “ultimi” Green Day: dalla iniziale 99 Revolutions di iTré! alla meravigliosa Letterbomb di American Idiot, dalla Know Your Enemy di 21st Century Breakdown alla inascoltabile (secondo me) Oh Love di iUno! fino a Stray Heart di iDos! . Dopo una prima parte più new school inizia una spettacolare serie di pezzi decisamente più datati (che chiaramente la maggior parte delle persone che avevo intorno snobba quasi completamente).

Si parte con Nice Guys Finish Last seguita da Waiting e Burnout, intervallate da Missing You, secondo me uno dei pezzi più belli dell’intera trilogia. Successivamente  Hitchin’ A Ride e Welcome To Paradise precedono Longview (malamente cantata dal ragazzo pescato dal pubblico da Billie Joe) e soprattutto Going To Pasalacqua, pezzo da brividi estratto da 39/Smooth. Durante Knowledge (cover degli Operation Ivy) sale sul palco una ragazza alla quale Bille Joe fa suonare la chitarra prima di regalargliela; dopo tutto ciò questa parte di scaletta si conclude con una velocissima e incazzatissima St. Jimmy. E’ il momento ora di ritornare a Dookie con When I Come Around, Basket Case e She, prima di King For A Day di Nimrod. e l’odiosissimo medley che toglie spazio a 4 o 5 canzoni in più che i Green Day mi avrebbero potuto regalare. La bellissima X-Kid e Minority precedono i due encore formati da American Idiot, Jesus Of Suburbia e Brutal Love prima e la conclusiva e immancabile Good Riddance poi.

Quasi 2 ore mezzo al fulmicotone per i Green Day che nonostante non siano più giovanissimi dimostrano a più riprese come si fa a fare punk-rock davanti a quasi 20mila persone. Uniche note dolenti dello show sono i continui “heeeeeey hooooo” chiamati dal frontman Billie Joe (più in forma che mai) e il siparietto con il lancia magliette e il lancia carta igienica che poteva benissimo evitare e magari suonare qualche pezzo in più. Ma va bene così. Insomma grande concerto dei Green Day che, anche se non hanno suonato tutto Dookie come nelle date di Belgrado e Vienna e come ho sperato per più di una settimana, hanno dimostrato di essere usciti alla grande dal periodo più nero della loro carriera. Con la speranza di rivederli al più presto, sicuramente non in Italia.

Scaletta:

99 Revolutions

Know Your Enemy

Stay The Night

Stop When The Red Light Flash

Letterbomb

Oh Love

Holiday

Boulevard Of Broken Dreams

Stray Heart

Nice Guys Finish Last

Waiting

Missing You

Burnout

Hitchin’ A Ride

Welcome To Paradise

Longview

Going To Pasalacqua

Knowledge (Operation Ivy cover)

St. Jimmy

When I Come Around

Basket Case

She

King For A Day

Shout/Always Look On The Bright Side Of Life/(I Can’t Get No) Satisfaction/Hey Jude

X-Kid

Minority

American Idiot

Jesus Of Suburbia

Brutal Love

Good Riddance (Time Of Your Life)

 

 

 

4 comments
  1. il fatto che quelle merdacce umane dei Green Day abbiano fatto una cover di un pezzo dei leggendari Operation Ivy mi fa abbastanza incazzare.

  2. Concordo in tutto…avevo visto la scaletta prima ed ero perplesso. Purtroppo a Roma la gente ha cantato Oh love e su nice guys finish last silenzio e il nulla. Loro seguono solo quello che la gente vuole sentire. Vox populi vox dei.

  3. Premetto che ascolto i Green Day da molto tempo e ho comprato e ascoltato per bene tutti gli album e quindi non sono come dici tu uno che snobba i pezzi più datati e che anche io sono andato al concerto.
    Leggendo il tuo riassunto del concerto mi è sembrato di capire che non ti è piaciuto. Che cazzo te ne frega della gente che hai in torno, pensa a divertirti tu poi se le altre persone hanno delle scritte imbarazzanti addosso a te cosa ti cambia. Spero che tu non stabilisca se un concerto è bello o no dalle persone che hai intorno. Poi non so dove eri tu ma dove ero io tutti sapevamo molto bene le canzoni vecchie quindi o hai sbagliato palazzetto oppure eri troppo concentrato a guardare le persone che avevi intorno e non ti sei accorto che gli altri stavano cantando. Anche a me piace moltissimo Dookie ma non è l’unico album dei Green Day quindi non potevi aspettarti che suonassero solo quello. Se volevi sentire solo Dookie dovevi andare a un loro concerto un bel po’ di tempo fa… se la scaletta non è stata di tuo gradimento è un’altra cosa.
    boh…bella !

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