PARTIRÒ PER BOLOGNA vol. 5 (Estragon, 29/04/23)

Il mio primo “partirò per Bologna” è stato qualcosa di speciale, di unico, è stata una giornata all’insegna dell’amicizia e dei brindisi (tanti) prima che una giornata di musica, ovvio poi che la musica è il perno sul quale gira tutto, ma mi sono perso diverse volte a parlare con amici che non vedevo dalla settimana prima o da anni, e anche ragazze e ragazzi che fino a quel momento avevo conosciuto solo virtualmente per delle recensioni grazie a sto fantastico mondo chiamato Punk Rock.
Dunque con la mia famiglia arriviamo all’Estragon prima dell’apertura, ci fa compagnia Tiro con una birretta e due parole sui concerti in generale, poi subito devo rompere i coglioni a Luca Fornasier, già preso da mille cose essendo tra gli organizzatori, per far entrare la macchina fotografica, e una volta dentro inizia la maratona dei saluti, Roberto’ e Damiano NuttyPrint, i Gröp con il mio amico Cecio al banchetto, la Old Crew di Roma con del materiale a dir poco splendido, tutti i gruppi già gasati e le centinaia di ragazzi che già gironzolano birra o spritz in mano per il locale, nutritissimi i gruppi da Roma e Milano, pare la rimpatriata delle scuole medie, i ragazzi dalla Romagna e dal Piemonte, insomma finisco di salutare ed abbracciare amici dopo una mezz’ora buona; mia figlia da un anno è in piena fase calcio e gira con la maglia del Milan, prorio oggi che gioca contro la Maggica…ma è già tempo di suonare! Salgono sul palco le Pulkra, terzetto acustico tutto femminile cui spetta l’arduo compito di aprire le danze, arduo nemmeno tanto perché tutti i presenti sono presi benissimo e chi da sotto il palco chi dal bar ascolta l’ottimo combat folk proposto, molto interessanti i testi e molto brave a suonare, un ottimo inizio, e subito dopo di loro salgono i Lumpen da Cosenza, non è la prima volta che li vedo in 3, ma è la prima assoluta dopo l’uscita dello splendido ultimo lavoro, cantato interamente in inglese e che sta spopolando in mezza Europa a quanto vedo, dal vivo i gemellini dell’OI! sono splendidi, trascinanti e vogliosi da far sentire le loro canzoni, davvero felice di averli rivisti, come lo era tutto l’Estragon.
Dopo un piccolo cambio di palco salgono i gloriosi Arpioni, i culi iniziano a sculettare sotto le note della band bergamasca ed i cori si sprecano, anche nelle retrovie si balla e si canta e la gente continua ad arrivare, riempiendo piano piano il locale, immensi come sempre mettono tutti d’accordo, e subito dopo di loro si va ancora di ska con i capitolini Shots in the Dark, band che seguo da anni e che non avevo mai visto dal vivo, ci fanno sudare a bestia e non appena riprendiamo fiato sale Dr. Ring-Ding, che con il suo trombone e supportato appunto dagli Shots in the Dark spreme il pit senza pietà alcuna, nessuno però è stanco, tutti a naso in su a vedere chi sale dopo.
Serve un cambio palco, quindi faccio ciò che più mi piace, ovvero del gran portinariato con i miei compagni di redazione e butto un occhio al Milan, da li a poco salgono i Klaxon in formazione ridotta senza Roberto, ma quanto cazzo sono belli? Si adoro i Klaxon e li adora anche mia figlia, il disco nuovo credo sia una perla rara e anche live suona benissimo, corro dalla mia cucciola per cantare insieme “Geronimo” e “Libero”…intanto si scaldano i Gröp che vanno su a cantare coi Klaxon “è tutto loro quello che luccica”, perché da li a poco tocca a loro e per me che ci sono cresciuto è una botta secca, sono sicuro che non mi faranno mai “dammi una mano” (anche se non ho perso le speranze), ma scherzi a parte la combat band comasca è un rullo compressore, amo i pezzi nuovi e mi commuovo sui pezzi vecchi, Roby caccia qualche adrenalinica madonna e si butta come sempre in mezzo al pit, la temperatura è altissima e raggiunge il picco con la conclusiva “preghiera dei Banditi”, in una versione di una potenza assurda.
Tocca a Giancane, molti lo conoscono per via di quel capolavoro scritto per la serie TV di Zerocalcare, ma il cantautore romano ha una penna davvero invidiabile ed il pubblico conosce tutte le canzoni, supportate da una seconda chitarra e da un bidone della monnezza, mia moglie non lo conosceva e mi ha detto che è stato il suo preferito della serata, fa qualche pezzo con Gli Ultimi prima di lasciargli il palco, e la temperatura non cala, anzi, perché quelli che cantano adesso sono un’altra band che adoro e che coi suoi testi è entrata a far parte della mia vita, Gli Ultimi sono così, ti entrano nell’anima e vederli suonare è sempre un’emozione, anche col palco alto e poco contatto con la sua gente la band non sbaglia un colpo ed a questo punto si fa fatica a camminare nel pit, perdo tanto tempo a cantare (tempo perso? nah) e mi perdo un po’ con le foto (scusatemi, rimedierò), Sine Metu suona benissimo live ed anche Camilla si ricorda qualche pezzo, prima di crollare mestamente dalla stanchezza dovuta ad tour di Bologna tra bici e piedi.
E dopo tutto questo con la gente che gronda si sudore c’è la Banda Bassotti, la Banda non tradisce mai ed i loro concerti sono qualcosa di incredibile, un’energia pazzesca con tutto l’Estragon che salta, li avrò visti 1000 volte in 1000 situazioni diverse, ma non avevo mai visto Picchio emozionarsi forte in mezzo alla sua gente mentre cantava “avanzo de cantiere”, e devo dire che anche a me s’è bloccata la circolazione e mi si sono inumiditi gli occhi…come sempre quando ci si diverte in un amen la giornata finisce, tutti vorremmo ricominciare da capo, ma ci tocca aspettare un altro anno, vado nelle retrovie per farvi capire con qualche immagine mal scattata che quello che hanno tirato su Luca e soci è ben più di un semplice concerto, tutti hanno un sorriso stampato in faccia ed io non sono da meno, la mia cucciola però è sfinita per cui saluto tutti troppo velocemente e ce ne andiamo verso l’albergo. Il mio primo “partirò per Bologna” è stato epico, ringrazio di cuore Luca per la disponibilità ed i miei compagni di sottopalco Fulvio e Mauro, ci vediamo l’anno prossimo!

 

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