Quattro chiacchiere con NH3

NH3_official_2015
In occasione dell’imminente uscita di “Hate and Hope” abbiamo fatto qualche domanda ai pesaresi NH3, ne è uscita una bella intervista. Enjoy!!

Eccoci qua a commentare assieme il vostro disco, che piacere poter fare due parole con voi ragazzi, e dire due parole con voi sul vostro ultimo, splendido, lavoro. Siete carichi per il tour promozionale?

-Ciao Matt! Un saluto anche a tutti i ragazzi che seguono e supportano Punkadeka. Grazie, come sempre, per lo spazio che ci riservate all’interno della vostra webzine. Siamo al lavoro da mesi e siamo ancora concentrati sulla preparazione del nuovo set. Fino ad ora, nonostante l’album sia stato registrato tra Dicembre e Gennaio, abbiamo avuto poco tempo per prendere fiato. Siamo già usciti con due singoli accompagnati da due video (“No Borders” regia di Filippo Poderi e “Old School Attitude” regia di Luca Rapuzzi). Questa volta abbiamo voluto curare ogni dettaglio e si, non vediamo l’ora di partire. E’ bella la vita in studio, è bella la vita in sala prove in cui ti confronti, creai e produci così come è stimolante lavorare su tutto il resto ma la nostra vita è sui palchi, nei backstage, col culo sul furgone fino ad incontrare e conoscere gente, rivedere vecchi amici e farsene di nuovi. L’Adrenalina dei live è qualcosa di impagabile. Il 22 Aprile si parte dal CSA Baraonda di Segrate con la solita dose di umiltà ma con grinta ed entusiasmo da vendere!

-come abbiamo scritto nella recensione e come credo tutti avranno notato la cosa che più salta all’orecchio è sta carica violenta e inarrestabile ma positiva che si sente dall’inizio alla fine, muri di HC con ottoni ad abbellire e riempire un disco che fatto per i grandi festival europei, che in tanti riff mi ricorda il miglior hardcore californiano, ma che non dimentica le proprie radici prendendo tutto il buono fatto finora, parlatemi un po di questo

-Beh lasciati ringraziare per questa bellissima descrizione di “Hate And Hope”! Se “Eroi senza volto” aveva vissuto solo in parte l’esperienza Europea, “Rise Up” ci ha catapultato in una dimensione completamente nuova. Tre anni di tour tra italia, Germania, Austria, Francia, Svizzera, Croazia, Lussemburgo, Belgio hanno fatto si che, sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista artistico, la band sia riuscita ad assorbire un’esperienza incredibile. Abbiamo vissuto situazioni di tutti i tipi, dai palchi più dei festival più importanti d’Europa quelli dei piccoli pub di periferia. Ci siamo nutriti di storie che i ragazzi ci hanno voluto raccontare e questo ti insegna e ti fa crescere più di ogni altra cosa. Quando poi hai la fortuna di condividere il palco con gruppi come Talco, Agnostic Front, Mad Caddies, H20 ecc…e hai la fortuna di poterti confrontare con loro, devi solo essere bravo e umile nel capire certe dinamiche. Posso dirti, in modo altrettanto sincero, che abbiamo imparato tanto anche da band poco conosciute. Puoi essere chiunque ma quando porti rispetto e sul palco hai qualcosa da dire alla gente non può che arrivare il tuo messaggio, a quel punto non puoi far altro che ringraziare. Sappiamo benissimo da dove veniamo, ci scontriamo con vite non sempre semplici da affrontare (come tante altre band del resto) quello che cerchiamo di fare è di stare in movimento, di pensare e reagire, di trasmettere la sincerità del quotidiano. Cerchiamo sempre il giusto equilibrio tra un sorriso e un pugno nello stomaco. Tornando a casa dall’ultima data in Francia ci siamo guardati negli occhi, stanchi ed esausti ma con una rabbia e un entusiasmo che ci hanno spinto a toglierci di dosso un po’ di scorie e un po’ di polvere. Abbiamo preso su gli strumenti e abbiamo messo in musica ciò che avevamo visto coi nostri occhi e vissuto sulla nostra pelle, tutto quello che le persone ci avevano raccontato. “Hate And Hope” è il risultato di questo stato d’animo, incazzato e speranzoso, un continuo gioco di chiaro scuro.

-il passaggio a IndieBox e Long Beach, credo faccia tutto parte della vostra crescita, per fare due esempi in Germania mi pare che andate molto forte e l’anno scorso in Repubblica Ceca c’è stato delirio, dove volete arrivare?

-Il passaggio a “Long Beach Records Europe” per quanto riguarda Germania, Austria e Svizzera e a “Indie box” per Italia è il risultato di una serie di eventi che ci hanno portato a fare delle scelte concrete e accurate. “One Step Records” e “Mad Butcher” sono state a dire pochi fondamentali per la nostra crescita ma avevamo bisogno di nuovi stimoli, di una freschezza che corrispondesse al sound che è racchiuso in “Hate And Hope”. Siamo contentissimi dell’opportunità e della fiducia che LBRE e IB ci stanno dando e vogliamo ringraziarli. Sono due realtà ben consolidate, organizzate sia umanamente che professionalmente. L’estero ci ha accolto molto bene dalla Germania alla Repubblica Ceca, dalla Francia all’Austria…Dove vogliamo arrivare? Non lo so Matt, fino a un paio di anni fa ci sembrava un sogno poter salire sul palco del “Mighty Sounds”, quest’anno suoneremo addirittura al “Punk Rock Holiday”…finché sentiremo scorrere nel sangue entusiasmo, grinta e passione non ci porremo limiti. Non tutto è stato così semplice e fluido, ci tengo a precisarlo. I piedi sono ben saldi a terra anche perché, il lunedì mattina, le sirene della fabbrica suonano sempre puntuali.

-quanto è importante prendere una posizione forte e decisa nelle vostre vite, e quindi di conseguenza trasmettere un messaggio con la vostra musica?

-Nelle nostre canzoni, in “Hate And Hope” in modo particolare, parliamo solo di ciò che proviamo sulla nostra pelle e che sentiamo dentro al cuore. Fare diversamente ci sarebbe una presa in giro per chi ci ascolta. Siamo in sette, abbiamo sette vite diverse ma con un background talmente simile da far si che le nostre esistenze abbiano delle fondamenta di semplicità, amicizia, sincerità e rispetto molto ma molto radicate alla strada, al quel lato cinico della vita che tende a buttarti in terra continuamente. Non ci piacciono i “tiepidi”, quelli che non prendono mai una posizione decisa. Passione, sangue, rabbia e umiltà e la nostra musica penso e spero possa riflettere tutto questo.

-collegandomi alla domanda sopra è una cosa che trovo fondamentale soprattutto per le nuove leve abituate a vivere virtualmente le lotte e le indignazioni, non trovate?

-In “Hate And Hope” ne parliamo. Parliamo proprio di una riscoperta dei valori, dell’esortazione a togliere quel velo di superficie che sta sopra ogni cosa, alla ricerca di una reazione a ciò che accade. Ci stanno rincoglionendo e ci facciamo rincoglionire. Ci facciamo tatuare addosso paure che non avrebbero motivo di esistere. Odiamo chi ci dicono di odiare e ci indigniamo sui social quando piazze e strade rimangono vuote. Se avessimo veramente ancora una speranza nel futuro l’atteggiamento che adotteremo per farne un posto migliore non potrebbe essere certamente questo. Gli incontri che faccio a scuola con il progetto “Radiosimo” mi hanno portato a capire che non si ha più cura dell’individuo ma della massa, questo porta ad insicurezza e ad un appiattimento importante della cultura. Dobbiamo credere nei ragazzi e imparare ad essere degli esempi credibili.

-nella recensione parlo di una fortissima “impronta europea” nel vostro disco, la naturale conseguenza di tanti anni di concerti, negli ultimi tempi anche su palchi molto importanti e ambiti, a zonzo per l’Europa, o sbaglio?

-Eheheh, no, non sbagli affatto. Come anticipato nelle domande precedenti, abbiamo trascorso gli ultimi tre anni in giro per l’Europa e l’esperienza umana e artistica non poteva che essere riversata, vomitata, in “Hate And Hope”.

-per quello che ho potuto vedere ai vostri concerti, che ci siano davanti 10 o 1000 persone poco importa, voi siete un rullo compressore e suonando vi divertite come pazzi, senza nulla togliere alla fatica di un concerto (che è tanta, me ne rendo conto) da sotto il palco la vostra gioia nel suonare assieme è contagiosa, domanda più che scontata ma quanto conta per voi questa famiglia?

-Ti racconto una cosa che non ho mai raccontato prima (uno degli esempi più significativi, non l’unico, anzi…): Quando ho fatto il trapianto rene-pancreas a Padova, gli stessi ragazzi che fanno parte degli NH3 adesso, sono venuti a trovarmi. Nella sala d’aspetto è nata la nostra prima canzone, dopo due mesi, il tempo di tornare a casa, è stato fondato il gruppo. Penso che questo riassuma il legame che ci unisce. Se non fossi disposto a fare di tutto per chi sale sul palco con me non so quanto riuscirei a portare avanti da 14 anni questo tipo vita. Si, una persona, diecimila persone, la differenza sta solo nel fragore degli applausi, dei battimani o dei fischi. L’atmosfera cambia non facciamo gli ipocriti, lo scambio di energie è fondamentale, l’adrenalina che scorre è diversa ma se anche solo un ragazzo o una ragazza è disposto a far dei chilometri, o a pagarsi un biglietto per venirci a vedere, merita di vedere il miglior spettacolo possibile. Questo è il nostro modo di fare, non esiste differenza tra noi e il pubblico, perché dovrebbe esserci? Cazzo si, suonare è una gioia, è uno sfogo, lo fai coi tuoi migliori amici e per delle persone che nella musica credono ancora. Che razza di stronzi saremmo a presentarci scarichi o senza voglia? Con la stanchezza facciamo i conti a casa, non è affatto semplice, i sacrifici sono tanti ma abbiamo la fortuna di avere compagne che ci supportano, amici che ci aspettano e figli che ci danno la carica.

-amicizie nate lungo la strada, chi sono i gruppi che più vi portate nel cuore e, perché no, quelli dai quali magari prendete spunto?

-“Talco”. Faccio questo nome perché prima di essere dei musicisti incredibili sono persone che, con umiltà, coraggio e merito stanno facendo un percorso incredibile, in grado di spezzare certe vecchie abitudini della scena. Sono stati fondamentali nel nostro percorso e la nostra stima va oltre la musica, per noi sono amici con la “A” maiuscola. Non posso non nominare i “Los Fastidios”, i “Lennon Kelly”, i “Disordine”, “Gab De La Vega”. Sono nate bellissime amicizie anche con due band tedesche: I “The Tips”, davvero simpatici e disponibili e i “The Prosecution” con cui abbiamo condiviso il palco per 4 sere di seguito e con cui siamo in continuo contatto. Tra le altre cose L’unico Featuring dell’album è proprio con Simon, cantante dei “The Prosecution” e che ha fatto un lavoro eccezionale! Incontrare e chiacchierare con Toby Morse degli H20 e con tutti i componenti degli Agnostic Front è qualcosa che ancora oggi ci fa venire la pelle d’oca.

-sassolini nelle scarpe? E’ mai arrivato il classico guru del punk a dirvi “voi non farete mai un cazzo nella vita”?

-Sassolini nelle scarpe? Tanti, ma abbiamo sempre preferito rispondere coi fatti ed è così che continueremo a fare. Poi a noi i “guru” del punk non ci hanno mai calcolato quindi… 😀 Ringraziamo invece tutti coloro che su di noi hanno saputo cambiare idea, chi ci segue da sempre e chi ci supporta con passione, fiducia e presenza.

-tanta la strada fatta, tante le situazioni affrontate, raccontateci un po la più bella (o una delle più belle) e la più brutta (idem come sopra). E magari anche la più bizzarra.

-Le prime cose che ci vengono in mente sono i concerti al “Mighty Sounds” in Repubblica Ceca, al “Resist to Exist” di Berlino, All’”Astra” di Berlino e al “Fabrik” di Amburgo con partita del St.Pauli il giorno seguente. Un’empatia eccezionale con il pubblico e una carica emotiva importante per mille ragioni differenti. Ricordiamo anche una bellissima data a Tolosa, in Francia, in un piccolissimo club strapieno che ci ha letteralmente “abbracciato” ad ogni canzone e a Parigi è stato lo stesso. Non so se ci siano sensazioni negative, a noi piace chiamarle esperienze. Quello che riteniamo negativo sono le troppe sale vuote che vediamo in Italia. Non solo per la nostra band ma in generale. Di bizzarro ci sono le migliaia di ore trascorse sul furgone, davvero mai banali!

-torniamo al disco, ne siete pienamente soddisfatti o cambiereste qualcosa? Le sviolinate, Simo te che mi conosci abbastanza, non sono da me, ma io fatico a trovare dei difetti.

-Ahahaha, beh ovviamente si! Quando saremo completamente soddisfatti di ciò che facciamo sarà la fine! E’ sempre difficile valutare un progetto, soprattutto a così poca distanza dall’averlo registrato. Quello che ti posso dire è che si, siamo soddisfatti e che è finalmente un album che ci rispecchia a pieno!

-Punk e Ultras un’accoppiata vincente, adoro i pezzi sulle curve essendo anche io “dell’ambiente”

-Credo che tu ti riferisca alla nostra “Old School Attitude, il secondo singolo estratto da “Hate And Hope”. Beh “Old School Attitude” ha un video dalla forte impronta di strada e dalle forti tinte curvaiole anche se, in realtà, e’ una canzone che parla del nostro quartiere (Villa San Martino, VSM, periferia di Pesaro), delle nostre radici, di amicizia, di partite infinite a pallone tra le case popolari e tra i palazzoni grigi di periferia. Lo Stadio, Il Palazzetto dello Sport, la curva in generale, fanno parte del nostro background, abbiamo anni di militanza in curva ma sono un aspetto che abbiamo voluto mettere in parallelo a quello che abbiamo vissuto in passato e che continuiamo a vivere oggi: L’appartenenza al quartiere popolare e al nostro background fatto di vecchi valori, sinceri e leali, tra grinta, coraggio, umiltà e sincerità. Abbiamo avuto occasione di suonare a diverse feste ultras in Germania e possiamo dire, con un pizzico di orgoglio, che il movimento ultras italiano non ha ancora rivali anche se ci sono diverse realtà estere che ci vanno davvero vicino.

-una cosa che adoro trovare nei dischi: la bravura agli strumenti e la cura dei dettagli, va bene che siamo punk e quello che più conta è il concetto, ma un disco anche ben suonato e ben registrato è tutta un’altra cosa, non trovate?

-Penso dipenda un po’ da te stesso, da come intendi la musica, se hai voglia di migliorare, crescere, imparare o se ti basta saper fare quello che ti permette comunque di trasmettere qualcosa. La semplicità non passa mai di moda e non è detto che i virtuosismi rendano una canzone migliore. A parte qualche lezione privata nessuno degli NH3 è diplomato o ha frequentato scuole di musica ma abbiamo sempre avuto l’ambizione di poter offrire un prodotto o un concerto decente a chi spende soldi per noi. “Hate And Hope” si, è un album in cui siamo stati attenti ai dettagli e abbiamo ricercato i suoni in maniera più dettagliata rispetto ai precedenti album. Anche grazie all’aiuto di Giò di Indie Box Music Hall, siamo riusciti ad ottenere un buon disco. Quello che importa davvero è riuscire a trasmettere ciò che senti, come lo fai è una tua decisione.

-una piccola curiosità mia: parlatemi di Berlin Calling

-Quando siamo stati a Berlino per la prima volta ne siamo rimasti folgorati. Ci è entrata nel sangue. Lì abbiamo amici e ricordi stupendi e ogni volta che ci torniamo ci sentiamo come a casa. Abbiamo preso Berlino come simbolo di un viaggio che corre su due binari paralleli: quello della band e quello delle nostre vite. “Sulle panchine qui a Berlino, sento me stesso un po’ più vicino…” questa è una frase che descrive un momento di vita intenso, un confronto serio e sincero tra di noi avvenuto su una panchina di un parco situato a Kreuzberg. Ci stavano confidando segreti e sensazioni e questo fa parte di noi, mi sarebbe sembrato stupido non scriverci una canzone.

-adesso il tour promozionale che partirà in italia e toccherà un bel pezzo d’europa. Emozionati? carichi? Che sensazioni provate?

-Siamo concentrati, carichi ed emozionati! Non vediamo l’ora di tornare sulla strada per vedere quale sarà la risposta della gente! Non vediamo l’ora di rivedere vecchi amici, di incontrarne di nuovi! Un Tour che, lo ricordiamo, è organizzato da “Make A Dream” e “Muttis Booking” e presentato da “Junge Welt”, “Melodie und Rhythmus”, “OxFanzine” and “livegigs”!

-è stato davvero un piacere ragazzi, spero un giorno di riuscire a vedervi anche fuori dall’Italia, a nome mio e di Punkadeka un sincero grazie e in bocca al lupo per la promozione del disco

Piacere nostro! Grazie di cuore per lo spazio e un abbraccio a tutti gli amici di Punkadeka! Ti e vi aspettiamo sotto e sopra il palco, sarà una festa!

GRAZIE RAGAZZI, CI SI VEDE IL 22 SOTTO AL PALCO DEL C.S.A. BARAONDA DI SEGRATE!

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