PUNKADEKA FESTIVAL 25th Anniversary

DESCENDENTS: “9th & Walnut”

I Descendents sono tornati. “9th & Walnut” è il nuovo album della storica punk band californiana, ma è un nuovo album sui generis: il disco contiene infatti ben 18 canzoni, quasi tutte mai registrate prima, scritte tra il 1978 e il 1981 e vede come line up quella dei primissimi Descendents, quelli dell’Ep “Fat” e di “Milo Goes To College” (Aukerman, Stevenson, Navetta, Lombardo).
Il lato A si apre con un trittico di pezzi che ben segna quello che sarà il percorso intrapreso da “9th & Walnut”: Sailor’s Choice, Crepe Suzette e You Make Me Sick, con i loro taglienti riff di chitarra, le loro incalzanti linee di basso, i loro ritmi serrati e liriche incazzate, riportano ai Descendents periodo “Milo Goes To College”, quando, discograficamente e sonoramente parlando, il punk rock e l’hardcore californiano non erano così distanti. C’è spazio anche per pezzi meno veloci, come la “ramonicaTired of Being Tired, tutta 4/4 e cori studiati alla perfezione, e la successiva I’m Shanky, dalle melodie meno incazzate che riportano più ai Descendents anni 2000: ma è solo un momento, visto che la conclusiva Grudge torna ai livelli di inizio album e, in meno di 1 minuto e mezzo, urla tutta la sua rabbia, grazie anche a un intermezzo parlato di colui che, secondo il sottoscritto, è Jello Biafra dei Dead Kennedys e dei Guantanamo School of Medicine.
Il lato B non si discosta di una virgola dal precedente e spara delle gemme punk/hc a partire dalla iniziale Mohicans (piccolo sunto della nascita del punk inteso come estetica), la successiva Like The Way I Know (“Getting scared, I wanna get outta here cuz people ’round here ain’t like the way I know“), Yore Disgusting, dall’inequivocabile titolo e It’s My Hair, pezzo schizofrenico che ripete l’unica strofa per ben due volte, quasi senza pausa. La “pausa” del lato B ha un nome, ovvero quella To Remember, pezzo che preferisco dell’intero album, che guarda al passato con nostalgia e malinconia e lo fa con un 4/4 preciso (d’altronde cosa possiamo aspettarci da un maestro come Bill Stevenson?) che accompagna chitarre distorte al minimo e solite linee di basso impazzite. Piccola chicca: questo lato contiene anche le versioni ri-registrate di It’s a Hectic World e Ride The Wild, pezzi contenuti nel primo singolo datato 1979. Il disco si chiude con il punk’n’roll di Glad All Over, cover dei Rezillos, punk/new wave band scozzese di metà anni ’70.
Cinque anni di distanza da “Hypercaffium Spazzinate” (qui la nostra recensione: DESCENDENTS: Hypercaffium Spazzinate – Punkadeka – Punk web Magazine) sono stati spazzati via da un ottimo “9th & Walnut”: d’altronde si sa che quando i Descendents tornano, lo fanno con un stile che solo loro anno.

Tracklist:

Lato A:
Sailor’s Choice
Crepe Suzette
You Make Me Sick
Lullaby
Nightage
Baby Doncha Know
Tired of Being Tired
I’m Shanky
Grudge
Lato B:
Mohicans
Like The Way I Know
It’s a Hectic World
To Remember
Yore Disgusting
It’s My Hair
I Need Some
Ride The Wild
Glad All Over

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