SPAVENTAPASSERE: Coppe da Bancomat

Coppe da Bancomat, il terzo album degli Spaventapassere, in uscita oggi 18 Febbraio  per Floppy Dischi, Arrosti Records, Rumori in Cantina Records e True Believers DIY Booking arriva a distanza di 4 anni dall’ultimo lavoro, e per Punkadeka ho avuto l’opportunità di ascoltarlo in un’esclusiva anteprima!

L’album con la classica miscela di buon punk italiano fatto di accordi semplici e veloci con riff taglienti e melodie che si spostano dall’hardcore al pop, su un cantato rigorosamente in italiano, si fa subito notare per una produzione molto più curata e una crescita tecnica dei quattro romagnoli.

A farla vincente ovviamente sono soprattutto i testi demenziali e divertenti che mettono in luce la fantasia e la genialità della band, che resta fedele alla linea tracciata dai precedenti album, ma è pronta a ingegnarsi con giochi di parole e doppi sensi allusivi. Non sarà affatto un caso se scorrendo velocemente tra le 12 tracce la vostra attenzione ricadrà su brani come “Vulvalley”, “Culinaria”, “Tela fai da te”.

Ma andiamo un po’ con ordine… E dopo aver ascoltato la breve intro di “Simone Alessandrini” veniamo travolti dall’energia di “Barbi e Turici” che si apre con le urla di Jek e corre velocissima per circa tre minuti su accordi hardcore, raccontandoci dell’amicizia tra due autentici scoppiati, forse immaginari ma molto più probabilmente davvero reali. La seconda traccia “Schiena a pois” lasciata nelle mani dei due Andrea con il bel giro di basso a cui si accompagna sul ritornello l’incalzante batteria, ci fa vedere l’amore attraverso gli occhi di un innamorato perso (ovviamente in perfetto “stile spaventa”). Con “Vulvalley”, il pezzo che sicuramente dei dodici vi resterà più impresso per quel suo ritornello che ben si presta al sing along, gli Spaventapassere vi faran scoprire cosa c’è in fondo a una valle frutto di un sogno o di una realtà disfatta.  Segue “Bambini del gas” (il secondo singolo estratto dall’album) che con il suo punk rock pieno di delirio è una dedicata a tutti quei ragazzi che han regalato alla band indimenticabili serate sopra le righe.  Dà il nome all’album il jingle punk di “Coppa da bancomat” che vi farà innamorare dei coppetti grassi, quelli che si formano dietro il collo e dove poter inserire bancomat, carte di credito o prepagate e all’occorrenza tessere sanitarie. Probabilmente sarà che siam cresciuti con la ragazza dei quartieri alti da non accorgerci della punk con l’A.C.N.E più bella: colei di cui ci raccontano Gianpi e compagni con un allegro adolescenziale punk rock che sembra una reinterpretazione del singolo degli FFD. “Sotto la doccia piscio” con quelle sfumature malinconiche e impreziosito con un assolo sul finire, a dispetto di un titolo che pare superficiale porta con sé più di qualche riflessione sul tempo che ci consuma, e mostra un lato maturo della band che forse troverà più spazio in futuro, perché già nella successiva “Dreaming Arrosto” ritroviamo la romanticità in “Salsa Spaventa”. A ruota seguono veloci e taglienti “Culinaria” e “Telafai da te” che ovviamente lasciano poco spazio alle interpretazioni. Quasi in fondo al disco, collocata come undicesima traccia, troviamo “Succo d’Ananas”: altro gran pezzo punk pop, divertente, scanzonato che coinvolge attivamente tutti e quattro i membri della band, e rimarcano la gran inventiva della band romagnola. Si chiude con la nostalgia di “Signora del tempo” dalle melodie forse un pò troppo pop rock, ma che tuttavia non influenzano l’opinione finale sul lavoro realizzato.

Un album insomma che non delude affatto le aspettative! E in un genere come quello demenziale o trash (definitelo come vi pare) in cui il confine tra volgarità spiaccia e genialità è davvero sottile, gli Spaventapassere dimostrano di sapersi muovere egregiamente cavalcando melodie, non sicuramente rivoluzionare, ma semplici e vincenti.

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