PUNKADEKA FESTIVAL 25th Anniversary

MOTORAMA

Sono caratterizzate da un suono minimalista ereditato da gruppi come Cramps, Suicide e The Jon Spencer Blues Explosion; le parole “No bass Fidelty” (titolo del loro ultimo disco) descrivono esattamente il loro sound, ne parliamo con Daniela, chitarra del duo femminile…

Motorama story… raccontateci le vostre avventure dal lontano 1996…

Daniela – Potrei riassumere le vicissitudini della nostra line-up con tre numeri: 4 – 3 – 2. All’inizio la formazione comprendeva 4 elementi (2 chitarre, batteria e voce), lungo la via ci siamo persi una chitarra rimanendo in 3. Abbiamo registrato un sette pollici, “SEE YOU AT BOULEDOGUE”, girato un video, un cortometraggio e suonato in giro finché, all’uscita di “NO BASS FIDELITY”, il nostro primo album, anche la cantante ha deciso di lasciare. Non ci convinceva l’idea di trovare una “sostituta”, così abbiamo deciso che se doveva esserci un cambiamento allora sarebbe stato radicale. Siamo diventate un DUO. Non è stato semplice, ma sicuramente è un cambiamento che ci ha dato nuovi spunti ed energia.

Molte band di oggi nascono col primo pensiero di registrare un cd (aimè- per qualcuno i 7″ pollici non si usano più). Voi siete una delle poche band che fanno un cd solo dopo sette anni di attività… come mai questa scelta?

Abbiamo sempre privilegiato i live. Nel corso di questi anni abbiamo fatto molte registrazioni, da cui sono usciti diversi demo e un singolo. Altre le abbiamo “buttate” perché non ci sentivamo rispecchiate. In questo siamo sempre state molto rigide. Non ci è mai interessato fare dischi a tutti i costi solo per il gusto di farlo. Per questo l’album è uscito nel momento in cui ci andava di farlo uscire e, soprattutto, con la collaborazione di chi stimiamo sia musicalmente che come persone, ovvero Giulia Vallicelli di VIDALOCA RECORDS e Bruno Dorella di BAR LA MUERTE che hanno coprodotto il disco, e BUGO che ha curato le registrazioni e il mixaggio.

Descriveteci in poche parole “No Bass Fidelity”…

NIENTE BASSO – A BASSA FEDELTA’.

So che per la realizzazione di questo cd avete collaborato con Bugo… Come è stato lavorare con lui? Ha in qualche modo influito sul risultato?

Collaborare con BUGO è stato divertente e stimolante. L’atmosfera che si è creata in sala di registrazione traspare chiaramente ascoltando “NO BASS FIDELITY”. Abbiamo voluto fare il disco con lui non solo per le affinità che ci legano, ma soprattutto per gli elementi diversi che avrebbe aggiunto e che effettivamente hanno dato alla registrazione un tocco speciale. Bugo è riuscito a cogliere appieno lo spirito della nostra musica, della nostra attitudine e alla fine è venuto fuori il disco che abbiamo sempre voluto, con l’energia e le sonorità grezze tipiche dei nostri live.

Suono e formazione ridotto al minimo un pò come i White Stripes…. quali sono le band a cui vi ispirate?

Il minimalismo sonoro lo abbiamo ereditato da gruppi precedenti ai White Stripes. Suicide, Jon Spencer Blues Explosion, Cramps e le one-man band Bob Log style. Mentre il minimalismo nella formazione, come ho detto prima, è stata pura e semplice conseguenza di una defezione. In parole povere ci siamo ritrovate in due e abbiamo deciso di rimanerci!

Quanto alle influenze, proveniamo da ascolti diversi e ascoltiamo le cose più disparate. Nell’aspetto più rock’n’roll ci accomunano i gruppi che ho citato prima.

Per quanto mi riguarda, in questo periodo ascolto molta musica anni ‘50 e ‘60, lounge, Beastie Boys, The Fall, Fat Boy Slim, Coyote Man, Man or Astroman? e anche qualcosa di elettronica.

Laura proviene da un background anni ’80. Ascolta Yeah, Yeah, Yeahs, P.I.L., Brian Eno, Interpol, Neu, Eminem, Radio Birdman, Solex, U.N.K.L.E.

Come avete scelto di suonare senza basso?

Il gruppo è nato volutamente senza basso. Ci sembrava una combinazione stimolante e volevamo che il suono del gruppo fosse caratterizzato dalla chitarra.

Avete suonato ultimamente in giro per tutta Europa quali sono state le maggiori differenze tra suonare in Italia ed all’estero?

Una delle differenze più evidenti è che all’estero la gente ai concerti compra i dischi. Abbiamo finito tutti i vinili e i cd che avevamo portato.

Ma quello che mi ha impressionato di più durante il tour in nord Europa è stata senza dubbio la risposta del pubblico. Abbiamo suonato in posti e situazioni diverse l’una dall’altra, dai Lady Festival di Amsterdam e Amburgo al localino garage belga, al festival contro il fascismo a Berlino. Il pubblico era abbastanza diverso in ogni occasione e, nonostante le differenze, c’è stato sempre un forte coinvolgimento. A Berlino il palco si è trasformato in un trampolino per gli stage-divers e la gente si è scatenata in un pogo selvaggio. Più che un concerto sembrava una grande festa!!!

Qual’è stato il miglior concerto dei tanti che avete fatto?

Ce ne sono diversi. In questo momento ti risponderei Berlino, il Ladyfest di Amburgo, il concerto all’Angi di Trento, ma anche il Tora Tora e quelli a El Paso di Torino e al centro sociale di Reggio Calabria. Tutti i concerti in cui abbiamo sentito la partecipazione di chi sta sotto al palco. Il calore della gente che viene a sentirti è fondamentale. Mi rendo conto che il più delle volte la riuscita di un concerto sia completamente condizionata da questo. Non importa quanta gente ci sia.

Avete suonato al “Lady Fest”, siete femministe del tipo “Contro l’omofobia e sessismo” (lo slogan del lady fest)?

Sono contro l’omofobia e il sessimo e basta. Non mi piacciono le definizioni del tipo “sono o non sono femminista” e non amo gli slogan. Sono semplificazioni che servono più a confondere che a chiarire. Per me valgono le idee.

Avete suonato recentemente all’Independent Days, com’è stata l’esperienza?

Il concerto è andato bene. Purtroppo la situazione era abbastanza dispersiva. Il palco principale e quello più piccolo erano molto lontani e la gente non era certo invogliata a spostarsi dall’uno all’altro, ma l’aver condiviso il back-stage con Poison Ivy e Lux Interior è bastato ad inebetirmi di felicità ed appagarmi per il resto della serata!J

Suonerete a Milano insieme alle Donnas e alle Bambole di pezza, quali sono le band al femminile che più vi affascinano?

Sicuramente le Erase Errata. E poi Le Tigre, Peaches, The Breeders, Free Kitten, Amanda Lear, Estrokings, Boss Hog, Nina Hagen, Hanin Elias, Kevin Blechdom, e naturalmente Allun, con cui saremo in tour ad ottobre.

Cosa dobbiamo aspettarci dalle Motorama in futuro?

“No bass fidelity” in vinile, un nuovo singolo, un paio di split con……eh-eh.…te lo dico dopo 😉

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