PUNKADEKA FESTIVAL 25th Anniversary

Intervista a Pete Steinkopf dei Bouncing Souls

Un giorno, quest’estate ero al Punk Rock Holiday, era pomeriggio, mi stavo rilassando in attesa che iniziassero i concerti, ad un certo punto mi arriva la notifica del ricevimento di una mail. Era l’ufficio stampa del festival che mi scriveva: “L’intervista ai Bouncing Souls è confermata per oggi alle 16.30, mi raccomando non mancare!”
Eh?
Che intervista ai Bouncing Souls? Panico. Ok, quando ho fatto la richiesta per l’accredito avevo indicato come band che mi interessava intervistare proprio loro…ma era una formalità, lo faccio obbligatoriamente tutti gli anni, precedentemente avevo chiesto pure i Toy Dolls, i Nofx, ma non era mai successo niente, era così…pour parler. Pour parler un paio di palle a quanto pare.
Quindi eccomi a dovermi inventare un’intervista nel giro di qualche ora a qualcuno che suona nella mia band preferita dell’edizione di quest’anno del festival (pari merito con gli Interrupters) ma ancora non so chi è.
Mi capita il gentilissimo chitarrista Pete Steinkopf

Allora, come sta andando il tour?
Tutto bene per ora grazie, stiamo facendo sia festival che club shows, e per ora ci stiamo divertendo in tutti e due i tipi di concerto.

La prima volta che ho sentito parlare del Punk Rock Holiday è stato vedendo un video di True Believer nell’edizione del 2016…ho pensato che era una roba veramente esagerata, tu ti ricordi qualcosa a riguardo?
Assolutamente si! Arrivammo in aereo dal Regno Unito, e ci colpì perchè erano tutti assolutamente fuori di testa…ad un certo punto del nostro set iniziò anche a piovere e la gente impazzì ancora di più. Miglior concerto di quel tour, senza dubbio. Eravamo così esaltati che tornati in albergo non riuscivamo ad andare a dormire e siamo andati avanti a bere tutta la notte.

Alle band che sono in giro da tanto tempo come voi mi piace chiedere se c’è stato un momento nella vita in cui questo lavoro è passato da “lavoro dei sogni” a “lavoro e basta”. Tu hai vissuto questo momento?
Certo, ad un certo punto eravamo costantemente in tour, vendevamo dischi ed era chiaro che questo era diventato il nostro lavoro. E facevamo solo questo, dischi, tour, il solito, no? Ed era veramente il lavoro dei sogni, perchè gli altri sono i miei migliori amici, solo che quando stava diventando tutto troppo abbiamo deciso di trovare altre cose da fare. Infatti abbiamo iniziato a suonare live meno, e a fare meno dischi…quando c’è stato questo “cambio”. Io produco musica e ho uno studio a casa, Bryan è un tatuatore, quindi quando non stiamo facendo cose legate ai Bouncing Souls, stiamo facendo il nostro “altro” lavoro, che è anche un modo per mantenere le cose più fresche con la band. Decidiamo comunque noi quando e se vogliamo fare un disco o fare concerti.

Non so come sia dalle vostre parti, ma dalle mie il punkrock è un genere di musica seguito principalmente dalle vecchie generazioni, tu vedi un modo per trasmetterlo anche ai giovani, per includere anche le nuove generazioni?
Bella domanda! E’ vero, le persone ai nostri show sono principalmente nostri coetanei o poco più giovani…ma stanno iniziando a portare i loro figli e nipoti e questo sta creando una nuova generazione di ragazzi interessati al genere, che magari poi si interessano a band locali e magari della loro età. Questo mantiene anche attiva la scena underground, che nel Jersey è comunque piuttosto attiva. Principalmente gruppi hardcore formati da ragazzini, per un pubblico di ragazzini…certo, non è come quando eravamo ragazzini noi, ma qualcosa resta comunque vivo.

Ok, una domanda che di solito ai chitarristi dei gruppi punk non viene fatta: Quali sono i chitarristi che hanno influenzato il tuo stile? (è più una domanda da chitarrista metal)
Come tanti chitarristi della mia generazione sono cresciuto col metal…Black Sabbath, Led Zeppelin, Randy Rhoads mi ha influenzato molto, in tempi più recenti Steve Stevens e Billy Duffy dei Cult

Quali sono le prossime cose che farete con la band? Avete in cantiere qualcosa?
Si, il nostro nuovo disco uscirà in primavera, si chiamerà “10 stories high”.

Ultima cosa: Dopo tutti questi anni ti viene ancora quella botta di adrenalina quando sali sul palco e la gente si ammazza e canta a squarciagola? Non è una cosa a cui dopo un po’ ci si abitua?
Beh, al momento me la sto ancora godendo molto, dopo 2 anni femri a causa del Covid è come se fossimo tornati al punto di partenza da quel punto di vista, quindi si, l’adrenalina c’è ancora

 

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