“PANK”: intervista all’illustratore Cristiano Rea

1) Ciao Cristiano, è un piacere scambiare quattro chiacchiere con te. Per iniziare, raccontaci un po ‘ della tua carriera; come è nata in te la voglia di descrivere il punk rock attraverso le tue illustrazioni?
Non è stata una cosa ragionata, è venuta da se, ero punk e disegnavo, questo legame con la musica è durato a lungo. L’ispirazione negli anni ottanta in buona parte la traevo dalla scena musicale che ruotava intorno al Uonna Club, il primo locale a Roma a caratterizzarsi con una programmazione punk e new wave.
Quindi si, punk con gli Ulster77, i Klaxon, i Fun ma anche molta new wave e i primi vagiti dark e poi l’HC devastante dei mitici Bloody Riot.

2) Il tuo percorso artistico è iniziato molti anni fa. Scorrendo le pagine di “Pank!” notiamo un’evoluzione nel tuo operato, ma il filo, o meglio, i fili conduttori rimangono gli stessi: antifascismo, militanza, attenzione estrema per le disuguaglianze sociali ecc, tutti temi molto cari al sottoscritto e ai nostri lettori. Se tu dovessi parlarci (e disegnarci) ciò che non va oggi, da che parte ti rifaresti?
La militanza è una chiave di lettura del mio lungo percorso nei movimenti sociali ed è anche motivo di orgoglio aver raccolto in questo libro tanta memoria “collettiva”.

3) Passiamo al libro. Ho avuto la possibilità di leggerlo e, oltre ad essermi piaciuto molto, ho apprezzato tantissimo la prefazione di Michele Rech, in arte Zerocalcare: come è nata la tua amicizia con lui? Immagino durante un concerto punk in qualche centro sociale capitolino..
Macché, imbranati come siamo con Michele ci siamo conosciuti relativamente tardi ma subito è scattata l’empatia.
I nostri percorsi si sono incrociati nella militanza grafica, nel sostegno alla causa curda e non solo.

4) Antropologicamente parlando, credi che le illustrazioni nel punk e nell’hardcore possano essere una cartina di tornasole riguardo ai cambiamenti, non solo musicali, ma anche sociali e culturali, di questi generi musicali? E’ possibile raccontare la genesi e la conseguente storia del punk attraverso illustrazioni e poster?
Nel 1977/78 puoi immaginare la difficoltà di reperire foto e grafiche relative al punk, per me fondamentali erano le copertine dei 45 giri e degli lp, non c’era altro modo se non le poche cose che venivano pubblicate sui giornali musicali italiani, quindi un immaginario me lo sono dovuto in parte ricostruire.
Con l’ondata 77 inglese ed i suoi “contenuti” più propriamente europei (il dadaismo, l’anarchismo) rispetto al nichilismo ramonesiano, si realizza il connubio punk e movimenti sociali, non senza difficoltà di comprensione ma dai Clash in poi è andata così, qui in Italia intendo. Le sottoculture musicali portano linfa vitale e creativa in quelle rivendicazioni di spazi di socializzazione fuori dal mercato e autogestiti. In questo ambito dal 1987 disegnerò molta della propaganda dei centri sociali occupati di Roma. Collaboro anche con la Gridalo Forte Records ed i suoi gruppi, Banda Bassotti, Erode, Kenze Neke, e molti altri, approntando una comunicazione grafica militante, anti razzista e anti fascista, facilmente riconoscibile e identificativa.

5) Il mondo del punk, del d.i.y. e quello dell’illustrazione hanno sempre avuto un connubio quasi naturale (basti pensare ai primissimi flyer dei concerti punk in luoghi come Virus, Leoncavallo, El Paso Occupato ecc): quanto ti ha affascinato, negli anni, questo modo di raccontare la musica e la rivolta sociale?
Ho sempre tenuto conto dei risvolti sociali dietro le controculture musicali, le due cose per me non possono essere scisse. La musica fine a se stessa non mi interessa, ci deve essere poesia sincera o rabbia autentica, in questo caso a parer mio nascono anche belle canzoni che restano nel tempo, che entrano nel nostro “canzoniere” come All Are Equal For The Law della Banda Bassotti.

6) Se tu ci dovessi descrivere “Pank!” in 3 parole, cosa ci diresti a riguardo?
Semplicità e autenticità, due parole.

7) L’illustrazione è un mondo che mi ha sempre affascinato, l’illustrazione applicata al punk rock e all’hardcore ancora di più. Ho tanti amici molto bravi che curano le illustrazioni di album, concerti, manifestazioni ecc. Se tu ci dovessi consigliare qualcuno che ti ha colpito e che magari sta ancora continuando a farlo, chi ci diresti? 
Andro Malis e Claudio Elias Scialabba potenti in modo differente tutti e due.

8) Per finire, dobbiamo aspettarci un tour di presentazione del libro in giro per il nostro paese? Magari, che ne so, assieme a Federico Guglielmi e a Zerocalcare che ha curato la prefazione?
Sicuro qualche presentazione in girò verrà fatta anche con Federico, Michele lo
voglio lasciare in pace, niente accolli da C. Rea.

A breve una nostra recensione di questo bellissimo libro edito da Goodfellas Edizioni.

GoodFellas
Music | Spittle Records (bandcamp.com)
Cristiano Rea – Disegni e musica dal 1977 (millenovecento77.com)

 

 

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